Ho un amico che mi invia ogni giorno un messaggio augurale accompagnato da un aforisma.
Che sia di Oscar Wilde, di Confucio, di Lao Tze (che solo da poco ho appreso scriversi Lao Tzu), di Flaiano, di tutti quelli, insomma, che hanno detto qualcosa di saggio e che può avere attinenza, anche solo di striscio, con fatti dell’attualità.
Io, come è possibile che abbia già detto, sono un cultore degli aforismi e come chiunque altro so che, al pari dei proverbi tra i quali ce n’è sempre qualcuno di senso opposto a un altro -uno per tutti “l’unione fa la forza” che trova il giusto contraltare in “chi fa da sé fa per tre”- anche gli aforismi, essendo pensieri di singoli individui, possono enunciare idee diverse le une dalle altre se non, addirittura, contrarie e li prendo per quello che grosso modo offrono.
Tutto nella norma, dunque.
Il sorprendente aforisma di stamattina è stato “L’amicizia e l’amore sono come l’eco, restituiscono quello che ricevono” di un tale A. I. Herzen a me sconosciuto.
Dico sorprendente perché alla mia età la vita mi ha insegnato che non è proprio del tutto così e che, anzi, amicizia e amore sono i campi nei quali è più lecito aspettarsi che chi dà di più non solo, quasi sempre, non riceva nemmeno l’equivalente ma, giustappunto, non riesca nemmeno a riscuotere una parte del credito.
C’è un modo di dire, infatti, che sostiene il mio convincimento e che recita “in amore chi scappa vince”.
Non avendo mai sentito nominare questo Herzen ed essendo io un curioso -un inglese disse una volta un bellissimo aforisma: la curiosità uccise il gatto ma la soddisfazione lo riportò in vita- e volendo approfondire la conoscenza sono andato a cercare su Google chi fosse Herzen.
Risultato: Aleksandr Ivanovic Gercen (traslitterato in Herzen) uno dei più grandi scrittori e filosofi russi dell’Ottocento.
Me cojòni!, mi son detto.
So da me di non sapere niente o quasi ma, per quanto socratico possa io essere, credevo che dei più grandi scrittori e pensatori russi facessero parte gente come Puskin, Cekov, Pasternak, Dostoevskij (e ne dimentico qualcuno) e non questo Carneade che nessuno, a mia conoscenza, ha mai coperto.
Intendo “coperto” nell’accezione romanesca del termine che non corrisponde esattamente a scoperto,
E, siccome sono, anche, un retroscenista, mi sono ulteriormente detto: vuoi vedere che questo è un messaggio subliminale messo in rete dalla propaganda di Putin per minacciare l’Occidente: voi mi attaccate e io vi ripagherò con la stessa moneta?
Potrei chiaramente sbagliarmi e, nel caso, l’alternativa sarebbe ancora peggiore .
Vorrebbe dire, cioè, che Google è gestita da Berlusconi e Salvini i quali hanno detto, come la vecchia gestione di Google ha detto di Herzen, che Putin è uno dei più grandi statisti che esistano oggi al mondo e bla bla bla.
Scherzi a parte, mi convinco sempre più che anche in passato e non solo con l’avvento di internet ci sia stato chi scrivesse le sue rinunciabilissime “pensate” (leggi Herzen) seduto sulla tazza del cesso.
Sergio Salomone