Ma, dico iο, da che pulpito viene la predica?
Dieci minuti di vergogna no, eh?
Il caso del giorno è diventata la fotografia di diciotto anni fa di Galeazzo Bignami, vice ministro del governo Meloni, con la svastica al braccio.
E giù tutti a menare con la croce nonostante l’incriminato abbia più e più volte e in più occasioni declinato il suo rammarico per una scemenza sesquipedale fatta in gioventù.
Si sa, la nostra politica con il passare degli anni si è sempre più omologata, purtroppo, alla politica d’oltre oceano.
Si scava nella vita dei protagonisti, si portano alla luce gli scheletri che nascondono negli armadi e, senza vagliare i fatti che si mettono in piazza, si sfrutta ogni minima cosa che offra il fianco alla demonizzazione dell’avversario.
E, finché a farlo sono gli avversari politici, ancora ancora ci starebbe.
La cosa anomala è che a pescare nel torbido sono quei giornalisti schierati, vuoi per ideologia, vuoi perché tengono famiglia e non possono distinguersi dalla linea dettata dal padrone dei media nei quali lavorano.
Parafrasando Woody Allen, Cristo è morto, Montanelli pure e io non mi sento molto bene.
All’Aria che Tira -la trasmissione di la7 che fino al 25 settembre diceva peste e corna dei 5Stelle e adesso li difende perché sono contro il governo Meloni- di oggi 2 novembre non c’era via di scampo: mettersi una svastica al braccio è uno stigma per il quale non c’è pentimento che valga.
Alla maniera dei farisei, la pagliuzza nell’occhio dell’altro è più grave del trave nel proprio.
E quando il Segretario della Camera dei Deputati, in quota Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli (ospite della trasmissione) ha ricordato, in contrapposizione, i casi di D’Alema -che confessò di avere lanciato le molotov contro le forze dell’ordine durante alcune manifestazioni studentesche negli anni 70 e 80- e di Adriano Sofri -condannato in via definitiva in quanto mandante dell’assassinio del Commissario Calabresi- per i quali mai nessuno ha storto il naso, l’obiezione è stata che Sofri si è sempre dichiarato innocente.
Con ciò volendo dare a intendere che innocente è a prescindere.
In pratica, chíju da mamma ndi piaci, chíju di papà no.
Non mi è rimasto che spegnere il televisore.
Almeno, oltre alle cazzate, con questi rincari di luce risparmio anche la corrente elettrica.
Sergio Salomone