R. e P.

Il Crespino, una pianta tipica diffusa in passato, oggi utile per contribuire al recupero di aree marginali della Kauloniade

La Calabria e, soprattutto l’area della Kauloniade e dell’Alta Locride, è caratterizzata da zone alto collinari e montane considerate marginali poiché si registra un evidente abbandono di qualsiasi pratica agricola e forestale con conseguente esposizione alla piaga degli incendi e alla desertificazione. Risulta assolutamente utile e importante, in tali aree, diffondere la coltivazione di piante autoctone, valorizzando il patrimonio genetico locale, e di altre, anch’esse tipiche ma che, col passare del tempo e l’abbandono delle aree interne, sono cadute nel dimenticatoio. Fra queste, soprattutto nelle zone interne dell’alta Locride si registrava, in passato, la presenza di Crespino, una pianta appartenente alla famiglia delle Berberidaceae. Tale pianta non veniva considerata ornamentale, come sovente accade oggi,  ma capace di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, alla produzione di reddito e alla diversificazione della produzione.  Il Crespino, infatti, introdotto forse da militari originari del luogo, che hanno combattuto in conflitti, all’estero, del diciottesimo e diciannovesimo secolo, e da emigrati del Nord Italia, che venivano a lavorare in alcune miniere calabresi, specialmente nel Comune di Caulonia, era ed è conosciuta per la propria adattabilità, resistenza e resilienza. Una pianta facile da curare ma ricca di proprietà importanti. Infatti, contiene la berberina  con proprietà antitumorali, neuroprotettive, ipoglicemizzanti, oltre che attive nella riduzione della colesterolemia. Con altre  proprietà antimicrobiche e antisecretive, tradizionalmente la berberina è stata utilizzata per il trattamento di infezioni di vario genere, come le diarree batteriche e le infezioni recidivanti da Candida albicans. Una pianta, dunque, che eccelle per le proprietà anzidette e per altre specificità amaricanti, toniche, astringenti, febbrifughe, depurative, diuretiche. Il crespino, tollerante alla siccità, prospera in condizioni di sole parziale ma mostra anche una robusta tolleranza all’esposizione diretta al sole. E’ resistente alle fluttuazioni di temperatura, tollerando il freddo fino a -9℃ e il caldo fino a 40℃.. Questa capacità di adattamento evidenzia che può prosperare in diversi climi e anche con una varietà di tipi di terreno, inclusi suoli sabbiosi, limosi, argillosi e calcarei. Le tecniche di produzione sono molto semplici e la potatura è solo occasionalmente necessaria per mantenere la forma desiderata e rimuovere eventuali rami morti o malati. I frutti, che maturano in estate avanzata possono essere usati per preparare confetture e sciroppi dal sapore forte e gradevole. In ogni caso solitamente i frutti non si consumano allo stato fresco. Da evidenziare che sono molto ricchi di acido malico (a ciò si deve il loro sapore acido) e di vitamina C. Il Ceda n. 18 di Caulonia Marina sta pianificando degli interventi divulgativi per promuovere il recupero e la diffusione di questa preziosa pianta.

Il Responsabile del Ceda 18

Dott. Giuseppe Cavallo