Le sirene di allarme per i razzi da Gaza hanno di nuovo suonato a Gerusalemme. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Aerei israeliani hanno bombardato il mercato ortofrutticolo di Jabalia, nel nord della Striscia, in quel momento molto affollato. I morti sono oltre 50. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato “l’assedio completo” della Striscia di Gaza. “Ho ordinato il completo assedio: non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso”, ha aggiunto Gallant. “Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”, ha detto, citato dai media.

“Nessun negoziato possibile” al momento con Israele, ha detto dal canto suo un funzionario di Hamas a Doha in Qatar. “Dobbiamo entrare a Gaza”, ha detto il premier Benyamin Netanyahu a Joe Biden nel corso del colloquio telefonico di domenica. “Dobbiamo andare dentro. Non possiamo trattare ora”, avrebbe detto Netanyahu a Biden che gli chiedeva degli ostaggi. Il presidente americano non avrebbe cercato di convincerlo a non procedere e gli avrebbe chiesto del possibile secondo fronte al confine fra Israele e Libano. Netanyahu gli ha risposto che il fronte libanese è motivo di preoccupazione e Israele si sta preparando, ma non c’è altra scelta che rispondere con forza a Gaza.

Secondo il Washington Post, gli Usa si aspettano una vasta operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Il nuovo bilancio dei morti israeliani continua intanto a salire ed è arrivato a oltre 800. Sono 2.500 i feriti, moltissimi gravi. Ci sarebbero poi 750 dispersi e almeno 100 ostaggi nelle mani di Hamas. Tra loro americani e tedeschi. Sarebbero 260 i morti al rave dei giovani pacifisti nel deserto. I morti a Gaza per gli attacchi di Israele sono arrivati a 436 con 2.270 feriti. Ieri sera vertice a cinque per fare il punto sulla situazione in Israele. Ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni assieme agli altri leader in videocollegamento, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Rishi Sunak.

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