Il tratto di mare Jonio antistante il comune di Marina di Gioiosa – che è caratterizzato da un fondale di ghiaia e sabbia che degrada rapidamente fino a formare una fossa che raggiunge i 400 m a non molta distanza dalla linea di costa – oltre ad una serie di specie tipiche dei fondali sabbiosi, ospita abitualmente le uniche due specie di cavalluccio marino attestate in Italia: l’Hippocampus hippocampus (o Ippocampo camuso, dal muso corto) e l’Hippocampus guttulatus (o Hippocampus ramulosus).
Queste specie, dai variopinti colori e dall’indole schiva, vivono e si riproducono sul fondale di Marina di Gioiosa generalmente tra gli 8 m ed i 30 m di profondità, visibili a chiunque voglia immergersi. Relativamente alla profondità, i cavallucci marini presenti a Gioiosa prediligono le basse profondità (dai 7/8 m ai 15/20 m) nei mesi caldi (giugno-settembre), per poi spostarsi più in profondità (dai 12/15 m ai 35/40 m) – ma sempre nello stesso tratto di costa – nei mesi in cui l’acqua si raffredda, quando si susseguono frequenti mareggiate e si registra l’apporto in mare dell’acqua dolce delle fiumare gonfie per le piogge invernali. Talvolta, tuttavia, a prescindere dalla stagione, sono stati individuati esemplari anche a profondità maggiori, fino ai 50 m.
Come ben sa chi si occupa, anche marginalmente, di biologia marina, l’ippocampo è un pesce particolarmente noto anche per la peculiare strategia riproduttiva che lo caratterizza: è infatti il maschio a portare con sé le uova fecondate in una tasca incubatrice fino alla nascita dei piccoli. E frequentissimi sono i cavallucci marini “incinti” che abbiamo la fortuna di incontrare ed ammirare sott’acqua qui a Marina di Gioiosa!
Gli ippocampi sono specie molto fragili e la loro abbondante presenza si deve probabilmente anche alla salubrità delle nostre acque: la mancanza di inquinanti in mare, in base a recenti studi, favorirebbe infatti la riproduzione dei cavallucci marini, specie oggi sempre più rara e oramai introvabile in altri tratti di costa. Ma qui a Marina di Gioiosa gli ippocampi non solo sono abitualmente presenti, ma addirittura con un elevato numero di esemplari, molti dei quali di piccola taglia e di giovane età. In alcune immersioni, pur coprendo un areale piuttosto ridotto e per un tempo abbastanza limitato (i 45/50 minuti di un’immersione…), ci è capitato di contare più di 15/20 esemplari!
Chi si occupa di biologia marina sa che tali dati sono straordinari, poiché queste affascinanti e piccole creature rappresentano incontri sempre più rari nei nostri mari, come risulta da numerose iniziative mondiali atte a tutelarli (come l’iniziativa della Zoological Society of London).
Nella Red list dell’IUNC 2009.2 sono citate 33 specie di Hippocampus (delle circa 50 classificate), ciascuna con diversi gradi di vulnerabilità. Per la maggior parte non vi sono informazioni adeguate per effettuare una valutazione diretta o indiretta del rischio di estinzione, pertanto sono classificate come DATA DEFICIENT (DD); molte altre sono classificate come vulnerabili VULNERABLE (V) o addirittura con altissimo rischio di estinzione di natura ENDANGERED (EN).
I cavallucci marini sono inoltre elencati nell’Appendice II del CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate d’estinzione, nota semplicemente come “Convenzione di Washington”), che include le specie non necessariamente minacciate di estinzione, ma il cui il commercio deve essere controllato al fine di evitare uno sfruttamento incompatibile con la loro sopravvivenza.
Il nostro mare rappresenta un inestimabile serbatoio di biodiversità ed è dovere sia di ognuno di noi conoscere, far conoscere e tutelare questo enorme patrimonio sommerso.
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FOTO M.PIGNANELLI