Un’invasione di colori ha caratterizzato a Locri il tradizionale appuntamento della Festa di primavera degli indiani Sikh, denominata del ‘Vaisaki’. In migliaia hanno partecipato provenienti da tutto il Sud Italia ad un corteo che si è snodato lungo le vie della città.

Come riporta Ilario Balì su ilreggino.it, una sfilata pacifica e colorata, con partecipanti abbigliati in perfetto stile Sikh con ampi turbanti gli uomini e con sgargianti vesti le donne. Molti anche i cittadini locresi che hanno seguito con curiosità l’evento, patrocinato dall’assessorato comunale alle politiche sociali.

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Sul tema si registra un intervento social dell’avvocato Pino Mammoliti, leggo post scritti da amministratori comunali di Locri a proposito della marcia organizzata dalla comunità indiana presente nei nostri territori. Sembrano – gli assessori scriventi post- tutte gemelle di Gandhi e protagonisti assoluti della rivoluzione della ” Marcia del sale” versione 2024.
Quanta ipocrisia si concentra in poche righe e quanta necessità vi è invece, di capire come evitare lo sfruttamento di queste persone nella lavorazione della terra e nel sovraffollamento delle abitazioni dove vivono. Come dovrebbe intendersi il percorso di integrazione sociale e culturale tenendo ben presente ciò che dice la Costituzione e lo statuto dei diritti dei lavoratori. Sarebbe interessante chiedere ai proprietari terrieri di Locri e Moschetta ed ai loro Kapò come vengono rispettati “gli indiani” e come vengono sostenuti rispetto alle loro esigenze quotidiane,alla percezione del reddito di inclusione,alla iscrizione dei loro figli all’ asilo ed alle scuole, alla possibilità di mantenere la retta per la mensa scolastica, come vengono trattati durante le visite in ospedale , come vengono sepolti dopo la loro morte . Forse anche questo voleva farci capire il corteo di oggi.
I loro diritti non sono così diversi dai nostri .
Con o senza Marcia.
Pino Mammoliti