Rimango davvero incredulo e senza parole di fronte alle contestazioni mosse dalla Dda di Catanzaro nei miei confronti. Anche in questa occasione ho appreso dell’indagine su di me da alcuni giornali nazionali,
prima ancora che mi venisse notificata, facendo passare, ancora una volta, che fossi sottoposto agli arresti per reati di mafia”. Così, in una dichiarazione, Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria, commenta l’inchiesta che lo vede indagato per associazione per delinquere aggravata dalle
modalità mafiose.

“A distanza di circa 4 anni – aggiunge Oliverio – dopo i ripetuti coinvolgimenti in procedimenti giudiziari sui quali si è pronunciata la magistratura giudicante con sentenze di piena assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’ ed evidenziando, come ha fatto la Corte di cassazione, un ‘chiaro pregiudizio accusatorio’ da parte della Procura di Catanzaro nei mie confronti, confesso di non comprendere la ragione di tanto accanimento. Lungi da me anche in queste ore atteggiamenti vittimistici o di risentimento che non mi appartengono. Non posso tuttavia non esprimere liberamente una riflessione di amarezza su un sistema giustizia piegato al protagonismo mediatico e per questo pronto a macinare persone, storie, verità, prescindendo da fatti, prove, indizi. Anche in quest’ultima vicenda, dalla  lettura dell’ordinanza, mi ritrovo
coinvolto in un’operazione della Procura di Catanzaro per contestazioni di associazione mafiosa che non mi appartengono e che non a caso lo stesso Gip ha valutato infondate. Un’indagine in merito alla quale dichiaro la mia totale disponibilità a collaborare perché non ho nulla, proprio nulla da temere o da
nascondere”.

“Prendo atto – dice ancora l’ex presidente della Regione Calabria – che il mio nome, per le funzioni istituzionali svolte e per la storia che ho alle spalle, è strumentale a creare attenzione mediatica e magari ad amplificare protagonismi funzionali a scalate carrieristiche. Ho dedicato la mia vita ed il mio impegno politico ed istituzionale alla lotta alla criminalità ed all’affermazione della legalità e dei diritti.
Non permetterò a nessuno di infangare la mia storia. I polveroni non servono agli onesti, né al prestigio ed alla credibilità della stessa Magistratura, il cui ruolo è insostituibile e prezioso”

rainews.it