È stata pubblicata questa mattina la relazione preliminare sugli incendi in Europa da parte dell’hub scientifico della Commissione Europea, ed i dati riportati sono tutt’altro che incoraggianti.
Gli studiosi hanno stimato che nel corso del 2023 siano andato distrutti dalle fiamme poco più di 504 mila ettari di vegetazione, tra arbusti, boschi e foreste.
Un dato allarmante, che conferma come l’intera area del Mediterraneo meridionale sia quella più colpita da questi fenomeni. Circostanza che la commissione imputa direttamente ai cambiamenti climatici, che avrebbero esteso le aree a rischio di incendi visto il prolungarsi della siccità e l’aumento generalizzato delle temperature.
A livello Europeo, il paese più compito risulta essere la Grecia, seguita dall’Italia. E proprio in Italia, la commissione evidenzia come le due Regioni con il più alto tasso di devastazione dovuto agli incendi boschivi: al primo posto troviamo la Sicilia, e subito dopo la Calabria.
L’incendio più esteso registrato nel corso dell’anno passato si è verificato nella provincia di Reggio Calabria, un rogo che ha interesato qualcosa come oltre tremila ettari.
Sempre l’osservatorio specifica che nel solo belpaese, nel corso del 2023, sono andati in fumo 107 mila e 231 ettari (di cui 30.680 ricadenti in aree Natura2000) per colpa di 1.378 incendi di grandi dimensioni, ossia estesi per almeno 500 ettari. Principalmente, le fiamme hanno distrutto campi agricoli (36,7%), seguiti da aree incolte (28,5%) e da campi coperti da arbusti (15,7%) meglio noti come “macchia mediterranea”.
Come già detto, il dato è tutt’altro che positivo, e la stessa commissione di studio reputa che tale scenario è destinato a peggiorare. Al momento, in Italia gli anni peggiori per quanto riguarda gli incendi boschivi sarebbero: il 2017, con 988,427 ettari andati in fumo; il 2022, con 837.212 ettari; ed il 2007, con 588.388 ettari.
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