Demetra, la rovere più antica al mondo “vive” nel Parco Nazionale dell’Aspromonte: 934 anni d’età per la quercia scoperta dai ricercatori dell’Università della Tuscia guidati dal professore Gianluca Piovesan. La straordinaria rivelazione, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Ecology, sta riscontrando una notevole risonanza mediatica, con la stampa nazionale ed internazionale che ne parla quotidianamente con pubblicazioni sulle riviste di settore e sui mass media “generalisti”. “La scoperta di queste longeve roveri nell’ambiente montano d’alta quota dell’Aspromonte conferma l’elevato livello di naturalità degli ecosistemi forestali nelle aree protette dell’Appennino meridionale”, ha spiegato il Responsabile Biodiversità dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Antonino Siclari”. “Un valore ecologico enorme, testimonianza dell’importante livello di biodiversità presente nella nostra Area Protetta” ha specificato il presidente Leo Autelitano.
Lo storico e prestigioso quotidiano londinese “The Times” ha dedicato alla notizia un doppio articolo sull’edizione cartacea e su quella online. “La Quercia più antica del Mondo è in Calabria” titola Der Standard, quotidiano austriaco con sede a Vienna tra i più letti della Nazione; spazio alla scoperta di Demetra anche nella sezione ambiente del “The world news monitor”, diffusissimo portale online di rifermento mondiale, mentre il giornale Sciencealert, nel trattare la scoperta spiega che “alcuni alberi possono resistere per quasi un millennio, anche in condizioni difficili, come è successo per Demetra in Aspromonte, in Calabria”. Tra le riviste più conosciute in Ungheria c’è Hvg che, relativamente allo studio dell’Università della Tuscia, “La quercia più antica del mondo, Demetra, si trova in Calabria, nel sud Italia”. La notizia, ancora, tra gli altri, è stata ripresa anche dal quotidiano georgiano next.on.ge. Il valore della notizia, l’importanza della scoperta a seguito dei certosini ed appassionati studi, hanno coinvolto i giornali internazionali consapevoli di quanto sia importante la scoperta per il mondo scientifico ed accademico ma soprattutto per l’ambiente, gli ecosistemi e la natura.
Con il meticoloso lavoro prodotto, Gianluca Piovesan ed il suo team di scienziati sono riusciti a datare l’età di cinque grandi roveri (Quercus petrea), rilevando campioni di legno degradato dai tronchi utilizzando il metodo del radiocarbonio e rivelando una longevità sorprendente finora sconosciuta, che si spinge fino ai 934 anni di Demetra. Da molto tempo le maestose querce sono considerate un simbolo di longevità, ma studi scientifici in grado di determinarne con precisione le età sono stati raramente condotti in Europa. Questo scoperta dimostra che un millennio è un orizzonte raggiungibile per le angiosperme che crescono in alta quota nelle montagne mediterranee del Sud Italia. Demetra ci dice che le roveri che crescono nei pendii rocciosi della fascia altitudinale altomontana mediterranea possono raggiungere età millenarie. La sua sorprendente età, la rende il più antico albero di latifoglie di clima temperato datato al mondo, espandendo la longevità massima conosciuta di oltre 300 anni per le latifoglie datate con metodi dendrocronologici. Demetra e le altre vecchie querce d’Aspromonte si aggiungono così alla lista di alberi scientificamente datati più antichi d’Europa.