SIDERNO – Il dibattito sul Distretto culturale della Locride, aperto con l’intervento pubblicato ieri del capogruppo del Consiglio regionale Sebi Romeo continua con una nota di Vito Antonio Crinò, sindaco di Casignana, comune – lo ricordiamo – dov’è è ubicata la Villa Romana , vero tesoro archeologico della Locride. “Noi – dice – dobbiamo avere chiara l’impostazione se vogliamo rilanciare il progetto del Distretto Culturale della Locride”. Crino’ ricorda che “ Non sono stati rispettati neppure gli impegni solenni assunti dopo la terribile vicenda dell’omicidio Fortugno che ha riproposto in termini ancora piu’ drammatici una Locride priva di sicurezza, di lavoro e persino di democrazia, inaridita dalle colpe e dalle responsabilita’ di tanti se non di tutti. Avevamo gia’ un progetto, “I Giacimenti Culturali”, pensati negli anni ottanta,ma da allora abbiamo registrato soltanto qualche “ondata” di finanziamenti per i Beni Culturali. Molte opere localizzate nei nostri comuni sono state realizzate,altre, facciamo l’esempio del Castello di Bovalino Superiore, sono risultate occasioni sprecate, altre ancora, come l’Auditorium di Locri, non sono state completate “. Una premessa questa per aggiungere “ Non si tratta a questo punto di rivendicare in proprio il valore e la “collocazione” nella storia e nella geografia del comprensorio. Chi scrive – aggiunge – e’ sindaco di un comune, Casignana, che e’ andato molto avanti con gli obiettivi, che vede il suo Parco Archeologico della Villa Romana di Palazzi molto visitato e “ospitato” ormai in importanti programmi televisivi nazionali. Si tratta di fare un ragionamento che ha un respiro zonale e che si pone alla base di uno sviluppo che veda proteso il territorio verso standard ottimali di turismo; e questo e’ l’orientamento che,onestamente, avverto in tutti i colleghi sindaci. I Beni Culturali, sappiamo bene, non esauriscono tutte le potenzialita’ del filone culturale che la Locride deve capitalizzare; basta pensare alle nostre grandi personalita’ del passato le cui opere vanno diffuse, al “portato” maggiore, con la istruzione e la ricerca, che potranno avere tutte le attivita’, pensiamo all’agricoltura terziarizzata, ai prodotti tipici e all’artigianato che debbono raggiungere un mercato ampio, alla tecnologia avanzata, alla efficienza della Pubblica Amministrazione. Vito Teti scrive che la nostra è una “Terra inquieta”, la dobbiamo difendere per i terreni “ballerini” che portano frane e pericoli, per la penalizzazione dell’emigrazione che continua, dalle illegalita’ . “Più che dal mondo,oggi la Calabria e la Locride appaiono lontani da loro stesse. Manca un unico centro, la capacità di creare centri capaci di dialogare, e luoghi vivibili che sappiano comunicare tra loro”. Percio’, – conclude – non ci deve essere da parte di nessun sindaco una rivendicazione ” baricentrica” per gli investimenti, ma la disponibilita’ a fare fronte comune sul Distretto Culturale e su tutto il resto. Non si opererà per far emergere un sito archeologico piuttosto che un altro o per realizzare insediamenti produttivi squilibrati. D’altronde l’idea di Albergo Diffuso che abbiamo lanciato anni addietro e rispetto alla quale noi a Casignana siamo gia’ pronti ci indica coerentemente come “tifosi” ed attuatori di questo progetto. Di tenere,cioè, in collegamento tutte le idee e tutti i fatti concreti che organicamente possono riscattare la Locride”. Prima della conclusione anche un apprezzamento per la decisione della Regione di istituire “tavoli tamatici” sulle problematiche del territorio “che aiuteranno a trovare le giuste soluzioni collegiali”. Sembra di capire che Crinò auspica unità e condivisione cose che se si vogliono cogliere gli obiettivi e attuare veramente il Distretto culturale della Locride, sono assolutamente indispensabili.

Aristide Bava

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