Per il cinema italiano c’è il calabrese Marcello Fonte agli European Film Awards 2018 che si sono tenuti ieri sera a Siviglia al Teatro de la Maestranza nel segno del flamenco e delle preoccupazioni per l’Europa e anche il premio del pubblico assegnato a «Call me by your name» di Luca Guadagnino. A Fonte è andato il premio come migliore attore.

Ma il film che ha sbancato è stato alla fine Cold War del regista polacco Pawel Pawlikowski, cerchio d’amore melò bianco e nero che parte dalla Polonia tra le macerie della seconda Guerra mondiale, che si porta a casa ben quattro premi e tutti importanti, ovvero film, regia, sceneggiatura e attrice europea (Joanna Kulig).

Marcello Fonte, abito scuro con fantasie di brillantini, nel ricevere il premio con la sua solita semplicità dice facendo riferimento ai suoi concorrenti :”Ma erano tutti più belli di me? Ce n’era uno che non si capiva neppure bene se fosse maschio e femmina», dice facendo riferimento al protagonista di Girl, Victor Polster, che nel film interpreta un ragazzo che vuole diventare ballerina.

Non solo, quando il protagonista di Dogman irrompe all’improvviso con tanto di statuetta in mano in sala stampa e gli si spiega la storia di Girlaggiunge :”È stato scelto bene quell’attore sembra proprio una femmina”. E ancora da Fonte: “Questo premio non me lo aspettavo proprio, lo dedico comunque a tutti quelli che lavorano”. Tra gli altri riconoscimenti, l’European – Prix Fipresci va a Girl di Lukas Dhont, mentre il miglior film animato europeo è risultato Another Day of life di von Raul de la Fuente & Damian Nenow.

Non mancano durante la cerimonia degli Efa, da sempre molto sensibili alla realtà sociale, momenti squisitamente politici. Si fa un appello per il regista russo anti-Putin, Kirill Serebrennikov, autore di Summer, mentre Wim Wenders dice chiaramente al mondo del cinema: «Ora più che mai usate il potere dell’arte». Infine, commozione e lunga standing ovation per la grande Carmen Maura che ha ricevuto il premio alla carriera proprio dalle mani dello stesso Wenders.

Da lei tante confuse parole, tra inglese e spagnolo, e poi il suo personale appello questa volta alle colleghe: «Non temete per il vostro corpo, non dovete esserne ossessionati». Ed è standing ovation anche per Fiennes, che ha ricevuto il premio alla carriera. Da lui la preoccupazione del dibattito che divide la sua Inghilterra dall’Europa e il desiderio che il mondo del cinema abbia la sua voce politica.

gazzettadelsud.it