Di Giovanni Padalino

Il pluralismo educativo: una scelta ancora possibile. Ecco il titolo dell’ultimo libro scritto da suor Anna Monia Alfieri che, ormai da ventanni, si batte per la garanzia di un diritto fondamentale, ossia la libertà di scelta educativa dei genitori. Il volume vanta, tra l’altro, anche la prefazione del prof. Dario Antiseri.
L’autrice, appartenente alla Congregazione delle Suore di Santa Marcellina, laureata in Economia, Giurisprudenza e Magistero di Teologia, esperta dei sistemi formativi, è membro del Gruppo di lavoro in materia di Istruzione non statale attivo presso il Ministero dellIstruzione e del Merito. Già premiata con l’Ambrogino d’oro a Milano, suor Alfieri è Cavaliere della Repubblica per il suo impegno a favore della libertà educativa. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Andare a scuola e uscire imparati. Lezioni di libertà educativa (Il Timone, 2023); Lettera ai politici sulla libertà di scuola (con D. Antiseri, Rubbettino, 2018); Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (con M. Grumo e M.C. Parola, Giappichelli, 2015); La buona scuola pubblica per tutti. Statale e paritaria (con M.C. Parola e M. Moltedo, Laterza 2011).

Dottoressa, perché ha deciso di scrivere questo libro e, soprattutto, per quale motivo ha scelto questo titolo?
Scrivere questo libro è il naturale esito di un percorso che ho iniziato vent’anni fa. In questo testo ho voluto riprendere temi già affrontati unendone altri nuovi, frutto di un cammino che è sempre più condiviso a livello istituzionale e politico. Infatti, grazie a Ministri del calibro di Stefania Giannini, Valeria Fedeli, Patrizio Bianchi e, ora, con il Ministro Valditara, il cammino verso la libertà di scelta educativa ha registrato tappe davvero epocali che mi inducono a pensare che la meta tanto attesa sia vicina. L’obiettivo è semplice e rimane sempre lo stesso: voglio far capire alla nostra società che riconoscere il diritto alla libertà di scelta educativa NON VUOL DIRE DARE DENARI ALLE SCUOLE DEI RICCHI. Tutt’altro. Quante scuole paritarie frequentate dai poveri hanno dovuto chiudere perché non riuscivano a gestire l’indebitamento sempre più gravoso? E quei poveri che fine hanno fatto? Non hanno potuto fare altro che riversarsi nelle scuole statali che, già affollate e prive di mezzi e di docenti, non sono riuscite a reggere. Risultato? Dispersione scolastica e fenomeno dei NEET, a tutto vantaggio della criminalità, in tutte le sue forme. Pertanto garantire la libertà educativa ai genitori si traduce nella pratica realizzazione di un sistema educativo plurale, formato da scuola pubbliche, statali e paritarie. Credo che sia un obiettivo raggiungibile, a patto che vengano eliminati i pregiudizi ideologici che ancora attanagliano le menti di tanti.

Perché, secondo lei, è molto importante essere liberi di essere istruiti?
La risposta è semplice: per essere cittadini e, in quanto tali, liberi. Infatti, lo Stato che indossa le vesti di unico gestore del servizio di istruzione è lo stato totalitario, ossia quello che vuole indirizzare le menti dei suoi cittadini più giovani, cittadini adulti del domani. Non è un caso che le Costituzioni dei paesi dellEst Europa, nati dopo la caduta dei regimi comunisti, abbiano posto, tra i principali diritti da garantire, quello della libertà di educazione e che tale diritto sia stato attuato. Questi paesi hanno capito, facendone diretta e drammatica esperienza, che leducazione dei giovani è considerata come strumento al servizio del potere, da sempre. Allora affermare il diritto alla libertà di scelta educativa vuol dire creare le condizioni per la nascita di più realtà educative, più prospettive sulla realtà, vuol dire che le scuole tutte potrebbero elaborare molteplici progetti educativi da proporre a famiglie, docenti e studenti: una simile libertà porterebbe ad un aumento della qualità dell’offerta formativa, frutto anche di un confronto costruttivo tra docenti, studenti e famiglie. E sarebbe unofferta formativa accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione economica.

A chi consiglierebbe di leggere questo libro?
Ne consiglio a tutti la lettura: studenti, docenti e genitori, qualsiasi professione essi svolgano. Invito a leggere il mio libro soprattutto coloro che non la pensano come me: ovviamente mi auguro che lo leggano con animo sgombro da pregiudizi e scevro da ogni visione ideologica. Si tratta di una visione diversa sulla scuola, sulla realtà: una visione semplice ma al contempo, proprio perché semplice, altamente rivoluzionaria di cui la nostra società, caratterizzata da aspetti così contraddittori, ha altamente bisogno.