Quella del valico della Limina è certamente un’Odissea che riguarda il viaggio dei tanti Ulisse che abitano una regione che cerca disperatamente la propria statura territoriale. Solo pochi giorni fa il crollo di alcuni calcinacci ha reso necessaria la chiusura temporanea della galleria, riportando in auge la paura di una tragedia sfiorata, nonché il senso di una eterna caducità. Non si tratta di farne una bandierina politica, di cucire addosso alla questione un colore politico, bensì di una battaglia di civiltà e sicurezza. E’ quantomai noto che l’arteria riveste un’importanza socio-economica, un’infrastruttura il cui collegamento riversa le fondamenta su bisogni di una intera collettività che vive in un territorio di estrema fragilità: una mobilità obbligatoria, perché di questo si tratta. Mesi fa il dibattito si era infuocato, complice un comunicato inerente la chiusura permanente per almeno 24 mesi e, dopo un lungo e tira e molla durante il quale nel frattempo gli operatori economici della jonica hanno visto sfumare piani lavorativi confermati a causa di un potenziale isolamento, si era giunti ad una conclusione secondo la quale gli interventi sarebbero stati fatti ugualmente nella galleria esclusivamente in orario notturno – modificando l’intervento originale -, conciliando così le esigenze di messa in sicurezza con quelle del bisogno di mobilità.
Ebbene, dopo il crollo dei calcinacci Anas rassicurava i cittadini che in seguito ad un sopralluogo effettuato in data 27 dicembre la situazione non presentava pericoli circa la stabilità della struttura, ma il comunicato Anas annunciava altresì un intervento “da realizzarsi prevalentemente nelle ore notturne” a partire dal prossimo mese di marzo. La domanda sorge a questo punto spontanea: l’annuncio di qualche mese fa della Regione Calabria era concordato con la società di manutenzione stradale o si è trattato di un intervallo musicale non accordato con lo scopo di sedare gli animi dei cittadini?
Non si può certo rimanere indifferenti ed allora corre l’obbligo di chiedere alla Regione Calabria, al Presidente Occhiuto, di conoscere la reale situazione e di attuare soluzioni che non abbiano scopo propagandistico ma che siano in grado di tutelare tutti gli aspetti di questo territorio estremamente fragile, soluzioni concrete e fattibili da mettere in atto in tempi celeri: che fine ha fatto ad esempio oltre l’intervento di restyling la proposta della viabilità alternativa?
La galleria della Limina, se chiusa all’italiana – cioè a tempo indefinito – , sarà il vaso di Pandora della Locride, un prezzo altissimo che questo lembo di terra non può permettersi neanche di immaginare, figuriamoci di pagare, motivo per cui si chiede di unire le intelligenze e fare degli sforzi per dare riscontri prima che sia troppo tardi, prima che accada l’irreparabile, prima che una doccia fredda faccia inghiottire il territorio dalle sabbie mobili socio-economiche provocando così la fine di un territorio che in fondo non ha mai iniziato e che è ostaggio di logiche che ne condizionano terribilmente lo sviluppo – chiosa la nota a firma di Tania Bruzzese (Presidente Assemblea Metropolitana RC), Mariateresa Fragomeni (Membro Direzione Nazionale PD) e Vittorio Zito (Membro Assemblea Nazionale PD).
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