Per prima cosa, il giorno precedente si prepara il lievito madre rigorosamente a mano.
Il giorno seguente, il lievito madre si impasta energicamente insieme ad acqua, farina e sale fino ad ottenere un impasto liscio, elastico ed omogeneo.
Si vanno poi a formare le varie pezzature che vengono fatte lievitare per circa 4 ore
Le varie forme vengono riposte in carrelli di legno e coperte con lenzuola cerate.
Intanto che il pane giunga al giusto grado di lievitazione per essere infornato, va preparato il forno.
Per fare il pane nel forno a legna, è necessario caricare la legna circa 2 ore prima ed accenderlo. Infatti, dopo le 2 ore, il forno raggiunge la temperature ideale di 300°C.
A questo punto va tolta la brace tramite un sistema apposito.
La temperatura ideale per infornare il pane, è di circa 230/250°C.
Proprio per custodire le antiche tradizioni tramandateci dai nostri nonni, utilizziamo uno strumento chiamato CAJIPU.
Il CAJIPU è un tubo di ferro con all’estremità un panno di cotone, che immerso più volte in acqua, ha il compito sia di ripulire il pavimento dalla cenere sia abbassare la temperatura.
A questo punto, avendo raggiunto la temperatura e il grado di lievitazione ideali, possiamo infornare il pane.
Il pane viene poggiato sulla pala rigorosamente a mano, uno ad uno, proprio per non destabilizzare la lievitazione.
Dopo 1 ora di cottura il pane è pronto
Perchè il Pane di Platì è DIVERSO:
1) Perchè si usano solo grani antichi locali e bio
2) Perchè si usano solo dei Forni alimentati da legna d’ulivo, faggio, leccio e quercia del territorio.
3) Perchè viene usato solo il lievito madre curato e mantenuto in purezza.
Queste sono le 3 caratteristiche principali che ci distinguono il pane di Platì dal 99% dei pani commerciali, di quei pani con farine di dubbia provenienza, lievito di birra e poco rispetto delle tradizioni e territorio.
a.t.-ecodellalocride.it
foto Nicola Marando – pagina fb GIOIOSA JONICA (RC)