Aristide Bava

SIDERNO – Il Museo nazionale del Risorgimento Italiano di Torino , recentemente rinnovato con l’obiettivo, anche, di diventare inclusivo nei confronti di pagine “dimenticate” della nostra storia per dar conto della ricchezza del fenomeno patriottico lungo tutta la penisola , ha risposto positivamente ad una richiesta del Prof. Vito Pirruccio , Dirigente scolastico dell’ Istituto comprensivo ” Bello – Pedullà -Agnana”, indirizzata a chiedere la valorizzazione delle figure dei Cinque Martiri di Gerace, “eroi” calabresi poco conosciuti a livello nazionale. Pirruccio, che è anche presidente dell’ Associazione Museo della scuola ” I care” di Siderno , aveva scritto al prestigioso Museo storico di Torino una dettagliata lettera per ricordare l’importante pagina di storia del territorio Locrideo legata alle vicende dei cinque Martiri di Gerace , fucilati il 2 ottobre del 1847 dal plotone di esecuzione del Generale Nunziante nello splendito borgo storico calabrese e,poi, in segno di disprezzo, gettati nella “lupa”, una fossa comune. Ciò mentre la “migliore gioventù” di quei tempi versava il sangue per l’ideale di una Italia, unita, libera e indipendente. Una pagina di storia – precisava nella sua richiesta Vito Pirruccio – approfondita poco tempo addietro, nella Scuola della Locride ( peraltro intitolata proprio a Michele Bello uno dei cinque martiri) che ha aperto un importante dibattito dal quale è emersa l’esigenza di lanciare un appello al Museo Torinese affinchè sia data meritata collocazione nel proprio palinsesto museale al ciinque martiri, ovvero, Rocco Verduci, Pietro Mazzone, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori e Michele Bello. ” Un modo questo – precisava Pirruccio – non solo per restituire ai protagonisti di quella vicenda la loro giusta collocazione nella storia nazionale, ma per rimuovere un luogo comune alimentato anche da antistorici filoni neoborbonici, di un Sud e di una Calabria solo terra di contadini ignoranti che accolsero con forconi i giovani italiani infiammati dallo spirito mazziniano.

 

La Calabria e il Sud , così come altre parti del Paese – scrisse Pirruccio – faticarono molto a comprendere quella generazione illuminata della borghesia italiana che riuscì ad imporre una visione moderna e, soprattutto, nazionale al nostro Paese. Ma mettere nell’angolo , o peggio occultare, quelle pagine scritte con il sacrificio e col sangue della migliore intellettualità giovanile dell’epoca, formatasi nella Napoli liberale dei primi anni dell’ 800, non aiuta a rendere giustizia alla memoria e alla ricostruzione storica dell’ Italia come Nazione”. Alla richiesta del DS Vito Pirruccio, come si diceva, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ha risposto positivamente con una lettera del Direttore Ferruccio Martinotti il quale nel ribadire che il Museo da lui diretto “si è da sempre proposto di accogliere e dare voce a tutti i contributi alla storia Patria, da qualunque parte essi provengano” ha ammesso che il Museo non possiede alcuna testimonianza dei fatti di Gerace,” nè fra i pezzi delle proprie collezioni, nè negli Archivi storici”. Si è quindi detto disponibile a fare in modo che il prossimo 2 ottobre, anniversario dell’ uccisione dei Cinque Martiri di Gerace la pagina Facebook del Museo ospiti un posto sulle loro figure e su questa gloriosa pagina del nostro Risorgimento”. IL DS Pirruccio ha accolto con soddisfazione la nota del dott. Martinotti e si è impegnato ad affidare al Comitato scientifico il compito della stesura di un quadro informativo storico sul contributo dei Cinque Martiri di Gerace alla causa nazionale in modo da fornire tutte le notizie storiche necessarie .

Nella foto il DS Vito Pirruccio