Francesco (Chicco) Macrì Gerasoli è un valente e brillante professionista che da giovane ha deciso di lasciare la Calabria e l’amata Siderno per potersi  dedicare completamente (e con ottimi risultati) alla sua professione medica. Per chi non lo sapesse Francesco è il figlio dell’indimenticabile dottore Angelo Macrì Gerasoli, storico esponente della Dc sidernese e consigliere comunale di Forza Italia in diverse legislature. Prima di intervistarlo, proviamo ad elencare il suo gia ricco curriculum nonostante la sua giovane età. Francesco Macrì Gerasoli nasce il 26 gennaio 1982 si laurea in Medicina e Chirurgia (2006 ) e specializzazione in Radiodiagnostica (2011) a Roma La Sapienza. Attualmente  è medico radiologo all’ospedale universitario di Ginevra in Svizzera.

Si occupa di radiologia d’urgenza, TAC doppia energia, risonanza magnetica, ottimizzazione della dose di radiazioni e del mezzo di contrasto in TAC per la personalizzazione di protocolli paziente-dipendenti.

Ha lavorato in precedenza come ricercatore e radiologo in Canada (University of British Columbia, Vancouver), USA (Mass General Hospital, Boston) e Francia (Hôpital Universitaire Caremau, Nîmes).

D) Dottore, ci parli della prima causa di decesso fra le malattie oncologiche.

R) Fra i tumori, quello del polmone è il primo più letale sia per gli uomini che per le donne. Si conoscono da diverso tempo oramai i fattori di rischio che concorrono alla sua insorgenza, primi fra tutti l’inalazione ripetuta di sostanze combuste (fumo di sigaretta, cannabis etc.). Le campagne di igiene effettuate contro il fumo di sigaretta negli ultimi 30 anni hanno sicuramente comportato una riduzione della percentuale di fumatori, ma che purtroppo rimane ancora significativamente alta nella popolazione occidentale.

D) Diagnosi precoce di cancro polmonare?

R) Si sa che più precocemente un tumore viene diagnosticato, più elevate sono le possibilità di sopravvivenza. Più precocemente vuol dire identificare il tumore quando è poco invasivo e poco o non diffuso. In questo modo gli interventi e le cure saranno molto più efficaci e la qualità della vita risulterebbe meno impattata.
Ad oggi, il miglior metodo per diagnosticare una lesione polmonare rimane la tomografia assiale computerizzata (TAC) che è uno studio non invasivo.

D) Cosa è cambiato oggi?

R) La radiografia del torace rappresenta da sempre la metodica di primo ricorso per lo studio del torace. Qualora si rinvengano delle immagini sospette sulla radiografia si passerebbe ad uno studio più approfondito del torace tramite TAC che darebbe informazioni più dettagliate.
Ma allora ci si potrebbe chiedere: perché non fare direttamente lo studio del torace con una TAC? Negli anni passati si evitava questo approccio perché la TAC emetteva una dose di radiazioni maggiore rispetto alla radiografia e si sa che se ci si espone costantemente ad alte dosi di radiazioni queste potrebbero indurre la formazione di alcuni tumori nel lungo termine.

Negli ultimi 10 anni però la ricerca ci ha permesso di ottenere delle immagini TAC con una irradiazione simile se non a volte inferiore alle radiografie del torace. Questa grazie alla TAC a bassa dose di radiazioni (0.2-1 mSv). Il vantaggio è rappresentato dal fatto che si ottengono le stesse informazioni di una TAC convenzionale (a dose di radiazioni più elevata, 3-7 mSv) ma con un rischio di cancerogenesi radio-indotta pari quasi allo zero.

D) Come si fa e quali sono i benefici a lungo termine?

R) Sempre in più paesi occidentali, in pazienti con fattori di rischio conclamati per lo sviluppo di un cancro polmonare si prescrivono delle TAC a bassa dose di radiazioni a scopo di screening e per fare ciò NON c’è bisogno dell’iniezione del mezzo di contrasto.
Non c’è alcuna preparazione da fare, Il paziente deve solo andare a sdraiarsi sul tavolo della tac per circa 3-5 minuti per poi andare via senza alcuna attesa. È un esame rapidissimo e non invasivo.
Molti studi su riviste di alto livello (es. New England Journal of Medicine) hanno dimostrato come l’utilizzo di questa metodica permetta una riduzione della mortalità grazie alla scoperta tempestiva del cancro polmonare. Ma il guadagno di una tale prevenzione non si arresta solo qui. Infatti, la TAC a bassa dose ci permette di realizzare uno studio omnicomprensivo del torace, per esempio visualizzare le coronarie e l’aorta e avere delle notizie compendiate sul loro stato per poi procedere con altri approfondimenti qualora dovesse esser necessario.

D) Chi dovrebbe fare uno screening polmonare?

R) Lo screening del tumore polmonare dovrebbe essere praticato con TAC a bassa dose a tutti coloro di età compresa tra 50 e 80 anni con i seguenti fattori di alto rischio: i) fumatori di almeno un pacchetto al giorno o ii) con una storia di fumo di un pacchetto al giorno che hanno smesso di fumare da meno di 15 anni.
Queste linee sono molto seguite nell’America del Nord, in Francia e Svizzera e si cominciano ad osservare lentamente anche in alcune regioni italiane.

È fondamentale che ci sia più informazione per accelerare la diffusione di questo metodo di indagine radiologica in maniera capillare nel nostro paese. È importante che i medici di famiglia ne siano a conoscenza soprattutto perché le macchine TAC che ci consentono di farlo e le competenze medico-radiologiche esistono nel nostro paese.
Il cancro sta divenendo sempre più una malattia cronica con la quale si convive e spesso si guarisce completamente. Tutto dipende dalla tempestività della diagnosi.

Antonio Tassone ecodellalocride.it