Platì 26 ottobre 2016 – “Per l’esercizio di un diritto garantito dalla legge” si è abbattuta una “bufera mediatica” sul nostro parroco p. Giuseppe Svanera, Siamo all’unanimità solidali con lui”. Con questa lapidaria frase, il Consiglio pastorale di Platì interviene sull’ordinanza del Questore di Reggio Calabria che disponeva l’osservanza che i funerali di Giuseppe Barbaro, di anni 54,  non si svolgessero in forma pubblica e solenne, consentendo la partecipazione alle esequie solo dei più stretti congiunti”.Un divieto emesso “a conferma della linea già adottata in circostanze analoghe”.
Il fatto però che il Questore avesse indicato nel Cimitero il luogo del funerale ha determinato la reazione del parroco che ha fatto ricorso per avere il Questore “violato il diritto di non ingerenza tra Stato e Chiesa”. Ma gli strascici si sono ingigantiti quando, lo stesso giorno, il  23 ottobre, alle ore 11, p. Beppe ha celebrato la messa nella Chiesa Matrice, così come i familiari avevano annunciato, con l’evidente autorizzazione del parroco, con manifesti, nella forma partecipativa, alla presenza dei familiari e centinaia di persone che erano intervenute per porgere l’ultimo saluto al defunto e testimoniare le condoglianze alla famiglia. A miccia innescata, giornali, televisione, social network ma soprattutto la Conferenza Episcopale Calabria” hanno preso posizioni nei riguardi di p. Snavera, ed ora anche la lettera aperta del Consiglio Pastorale di Platì. “Il rito funebre svoltosi alle sei di mattina al cimitero, in ottemperanza al dispositivo di cui sopra, è stato un ulteriore oltraggio al defunto; a quell’ora il cimitero, non illuminato, è avvolto nel buio più totale, siamo quasi a fine  ottobre! e il rito si è dovuto svolgere, ahinoi, alla luce dei telefonini!. Dov’è dunque, lo scandalo del ricorso?Signori giornalisti, ditecelo!”Ma più che i giornalisti, il Consiglio Pastorale se la prende, pur se “con il massimo rispetto”,  con la Conferenza Episcopale Calabria che avrebbe assunto “un’aspra presa di posizione, senza neanche averlo interpellato, scandalizzata  per un atto di misericordia di quest’ultimo verso un figlio di Dio, ancorché colpevole, deceduto, e  la sua famiglia”. “La legge  umana condanna giustamente il  ladrone alla pena capitale, ma, sul Golgota,  Cristo, misericordia di Dio,  gli annuncia  per lo stesso giorno il Paradiso”.  “ Stiamo vivendo l’Anno Giubilare della Misericordia, continua la nota.   Misericordia che non può essere aria fritta! Le nostre chiese sono tappezzate di locandine con la scritta, “Misericordiosi come il Padre”, ma poi nei fatti concreti, a volte, siamo lontani mille miglia dalla misericordia  della quale ci riempiamo la bocca. Il Signore  ci insegna che il male si vince solo ed esclusivamente con  il bene. Mai con gli anatemi!  Lasciamoci alle spalle gli errori e gli orrori del passato che fanno poco onore alla Chiesa e cagionato tanto male alla società,  per i quali, San Giovanni Paolo II  chiese umilmente e pubblicamente perdono! Nessuno dica che noi siamo contro la legge! Guai a noi nse non ci fosse la legge! Molti di coloro che hanno amministrato e  amministrano la giustizia fanno parte del novero degli eroi della nostra società, e, di essi andiamo più che fieri! La giustizia deve essere giusta e punire i colpevoli, lo dice anche San Paolo: “Non invano essa porta la spada”.

Riteniamo, tuttavia, che per sconfiggere le organizzazioni criminali non basta il divieto dei funerali pubblici. Parce sepulto!Forse l’abolizione dei padrini per i cresimandi, da più parti avanzata, ma non accolta dalla C.E.C., sarebbe stata più utile. Non basta neanche la presenza militare dello stato; con la sola repressione si ottiene poco.   Occorre piuttosto educare alla legalità, e, soprattutto,  creare lavoro,  principalmente per i giovani. Chi viene a Platì non si scandalizzi quando vede tanti ragazzi in motorino! E’ l’unica valvola di sfogo per le loro energie.  Da quando  è arrivato a Platì, p. Beppe, ha profuso tutte le sue forze per il bene della comunità.  Si sta battendo come un leone, tra mille difficoltà, per tante cose, ma soprattutto, per la realizzazione di un oratorio per i nostri ragazzi. Le critiche? Non se ne cura! conclude la nota, confortato da una retta coscienza va avanti come un treno, sostenuto dalla nostra vicinanza e dal nostro affetto”.

Domenico Agostini

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