Il capogruppo Bevacqua: «I calabresi continuano a migrare per curarsi e la Regione spende 254 milioni di euro, ma il peggio arriverà con il decreto Calderoli»

«Le luci della ribalta. E del palcoscenico. Spente le luci però, non rimane molto, o forse niente. I medici cubani che scattano foto, il numero unico di pronto soccorso, oltre 100 ambulanze nuove, nastri tagliati e annunciati e al saldo della sanità di Calabria di fine anno che resta? Una migrazione sanitaria passiva, cioè di calabresi che fanno le valigie per curarsi, di 254 milioni di euro. Questo il saldo effettivo, questa la cruda realtà».

Così, in una nota, il capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua. «Il commissario Occhiuto – continua Bevacqua – sul piano mediatico e solo formale continua la sua narrazione, ma la realtà è molto diversa. Il conto Agenas è impietoso, non c’è niente dentro e c’è davvero poco di peggio per una Regione che dover spendere 254 milioni di euro per far curare i propri cittadini fuori per evidenti limiti delle proprio strutture. Per di più il tutto avviene dopo avere fatto chiedere da Lotito alle Camere, ottenendola, una proroga del Decreto Calabria che significa pieni poteri ad Occhiuto e almeno un altro anno ancora di commissariamento. Una richiesta inevitabile perché niente è stato fatto per tornare alla gestione ordinaria, a partire dalla ricognizione del debito e dall’innalzamento dei Lea, i livelli minimi di assistenza».

«Ma siccome al peggio non c’è mai fine – conclude Bevacqua – il governo si appresta a varare la legge Calderoli. La proposta leghista di autonomia differenziata che di fatto toglierà altre risorse ancora alla Calabria soprattutto in sanità. Il perché è chiaro e limpido e semplice fin dall’inizio dal momento che l’autonomia differenziata si basa essenzialmente sul Pil delle singole regioni per finanziare i servizi fondamentali, senza possibilità di perequazione efficace. Uno schema che sarà sfuggito al commissario Occhiuto il quale, in Conferenza delle Regioni, ha votato favorevolmente alla legge Calderoli, salvo scoprire post-mortem che è una fregatura per la Calabria, così come ammesso nel Defr approvato in Consiglio.  La nostra drammatica sensazione – conclude Bevacqua – è che questo governo nazionale, in accordo con i presidenti di Regione come Occhiuto, stia perseguendo la fine della sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Il che significherebbe una catastrofe per la maggior parte dei cittadini che non potranno permettersi le cure. Il Pd, ad ogni, livello si batterà per bloccare questo sconsiderato progetto».