Con le accuse di favoreggiamento personale aggravato dall’agevolazione mafiosa, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, e di estorsione aggravata, quindici persone sono finite stamani in carcere nell’ambito di una operazione condotta dai carabinieri di Cosenza tra la provincia bruzia e quella barese.

Gli arresti arrivano al termine di una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e della Compagnia di Cassano all’Ionio, che aveva l’obiettivo di individuare e catturare Leonardo Abbruzzese (39 anni).

Il ricercato, il 30 giugno dell’anno scorso, si era infatti sottratto all’arresto nel corso dell’operazione Athena: gli inquirenti ritenevano infatti ricoprisse un ruolo di rilevo nell’associazione ‘ndranghetista riconducibile ad esponenti della famiglia Abbruzzese di Lauropoli.

Grazie anche alle intercettazioni, il latitante era stato poi rintracciato e catturato a Bari il 6 novembre successivo, quando si individuò anche la presunta rete di fiancheggiatori che gli avrebbero garantito sostegno ed assistenza logistica.

Gli investigatori si dicono certi, oggi, di aver ricostruito i passaggi della latitanza di Abbruzzese: la tesi è che il 17 ottobre del 2023 lo stesso sia stato trasferito da Spezzano Albanese nel capoluogo pugliese a bordo di un’ambulanza di un’associazione del cosentino e condotta da un volontario di soccorso, in modo da evitare più agevolmente eventuali controlli di polizia durante il tragitto.

A Bari, poi, avrebbe potuto contare sull’ospitalità garantitagli all’interno di una villa riconducibile a soggetti di quel contesto territoriale inseriti nei circuiti relazionali degli Abbruzzese, e dove poi fu rintracciato.

Le indagini avrebbero inoltre permesso di ricostruire, sempre sul piano della gravità indiziaria, l’esistenza di un’associazione che spacciava cocaina ed eroina ed attiva a Spezzano Albanese e Terranova da Sibari.

Così come sono state ricostruire un’estorsione ed una tentata estorsione mafiose, ai danni rispettivamente di un consumatore di droga, affinché saldasse un debito da circa 25 mila euro contratto per l’acquisto dello stupefacente; e di un imprenditore agricolo per recuperare da quest’ultimo crediti non meglio specificati.

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