Da Cariati a Stoccarda per imporre i prodotti tipici da vendere in Germania, costringendo i commercianti ad usare rivenditori e fornitori “amici” per “evitare problemi”.

Questo, in sintesi, quanto appurato nell’imponente operazione interforze svolta tra Italia e Germania, a seguito della richiesta di arresto spiccata dal Tribunale e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro a carico di venti soggetti, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione (consumata e tentata), trasferimento fraudolento di valori e false dichiarazioni, il tutto aggravato dalla finalità mafiosa.

Gli arresti odierni sono il frutto di una lunga indagine svolta grazie all’aiuto della Squadra Mobile, del Sisco, del Servizio Operativo Centrale e della Dda, ma anche dell’I-Can e dell’Eurojust, che hanno permesso un pratico coordinamento con la Polizei tedesca e la Procura di Stoccarda. Svolti anche numerosi controlli in Italia, in particolare nelle province di Cosenza, Modena, Parma, Ferrara e Grosseto.

DA CARIATI A STOCCARDA

Tutto nascerebbe dal piccolo paese sulla costa jonica calabrese: è qui che gli inquirenti ritengono di aver identificato un vero e proprio sodalizio di ‘ndrangheta dotato di ruoli specifici per diversi soggetti del posto, basato sostanzialmente sul condizionamento delle attività economiche.

Le stesse dinamiche usate in Calabria, dunque, sarebbero state poi replicate anche in Germania, dove gli imprenditori calabresi sarebbero stati sottoposti a minacce, violenze e danneggiamenti se non avessero accettato di comprare derrate di prodotti agricoli ed ortofrutticoli da chi consigliava il gruppo.

L’AIUTO DEI PROFESSIONISTI

Gruppo che, al contempo, si sarebbe dedicato anche ad attività estorsive, sempre in territorio tedesco, e sempre a danno di imprenditori calabresi o comunque cariatesi operanti nell’area di Stoccarda.

Le indagini avrebbero poi fatto emergere il coinvolgimento di alcuni professionisti che avrebbero agevolato il gruppo in diverse intestazioni fittizie di beni (dichiarando dunque il falso), aiutandoli persino nella concorrenza illecita condita di minacce e violenze.

Al termine del vasto blitz, dei venti arrestati tredici sono finiti in carcere (tra Italia e Germania) ed altri sette si trovano attualmente ai domiciliari. Allo stato attuale risultano altri nove soggetti indagati ma non sottoposti a misure restrittive.

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