I LOVE ITALY – Venezia presenta l’artista calabrese Emanuela Verbeni in arte Menna, tra i protagonisti presso il Centro d’arte San Vidal della collettiva che promuove i talenti italiani!
Autore: Francesca Callipari da http://www.artevista.eu/
Nell’ambito della collettiva I LOVE ITALY che sarà inaugurata sabato 21 luglio presso il Centro d’arte San Vidal, siamo lieti di presentare Menna che in tale mostra esporrà due opere davvero interessanti dal titolo “Materia” e “Tributo a Gualtiero Marchesi: (Explosion of thoughts on Black; Gray triangle squared; White. The end or the beginnin?)”.
Menna, benvenuta in questo importante progetto itinerante dedicato ai talenti italiani.. Sei una delle artiste più giovani in questa collettiva.. come ti senti e cosa ti aspetti da questo evento?
Grazie Francesca… Esponendo le mie opere in questo evento spero di poter lasciare un punto di vista diverso, cercando di toccare la sensibilità degli spettatori. Soltanto in questo modo potrò dire di essere riuscita nel mio intento e di aver raggiunto un piccolo grande traguardo.
Andando un po’ a ritroso.. ti va di raccontarci quando e come ha avuto inizio la tua passione per l’arte e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Questa mia passione l’ho vissuta un po’ come una dote. Ricordo come tutto ebbe inizio: ero ancora alle scuole elementari, quando mi venne chiesto di inventare una favola, io la espressi con un disegno che rappresentava un cavallo coricato a pancia in su, come se fosse un uomo, (si, starete pensando tutti a BoJack Horseman, ed in realtà è un suo precursore! 🙂 sotto una quercia e con in bocca una spiga di grano. Dal modo in cui rimasero colpiti gli altri, capii che quello doveva essere il mezzo giusto per rappresentare “la vita” sotto un mio punto di vista. Creare e inventare, per me, è sempre stato molto semplice e naturale. D’altro canto, però, come sosteneva un vecchio artista di nome Georges Brassens: “Senza tecnica, il talento non è altro che un abito sporco.” Decisi, dunque, di intraprendere un percorso di studi mirato a valorizzare la mia dote, iscrivendomi così, dapprima al Liceo Artistico, e, successivamente, all’ Accademia di Belle Arti, conseguendone il Diploma.
In questa esposizione presenterai due opere : “Materia” ed “Tributo a Gualtiero Marchesi: (Explosion of thoughts on Black; Gray triangle squared; White. The end or the beginnin?)” … come sono nate e quali sensazioni ti piacerebbe trasmettere attraverso di esse?
“Materia” è il frutto di un periodo particolare, di un momento di incertezza dove il mondo è sembrato crollarmi addosso come se la mia vita e le mie certezze si stessero sgretolando, sapendo che la forza non era abbastanza per affrontare tutto.
La mia opera è divisa in due: la prima parte è rappresentata dal “dripping”, la frazione arrabbiata, sgretolata, consumata, ma allo stesso tempo curativa, tecnicamente una sorta di sfogo psichico; la seconda parte è rappresentata dal “viso”, che raffigura la forma e la quiete, dove illustro il mio Eroe, come se vivessi dentro ad un fumetto. Quell’uomo, increscioso dubbio o concreta certezza, si impone come ancora di salvezza o profondo abbandono, cosicché il dipinto illustra due possibili e differenti scenari: da una parte prevalgono forma e sostanza, dall’altra la diffrazione di piccole particelle di materia dietro ad uno spazio nero.
Isabel Allende citava: “Sospettavo che nulla esistesse davvero, che la realtà fosse una materia imprecisa e gelatinosa, che i miei sensi captavano a metà. Non c’erano prove che tutti la percepissero alla stessa maniera. Se così fosse stato ognuno viveva in assoluta solitudine. Quel pensiero mi terrorizzava.” Questo è quello che mi piacerebbe trasmettere.
Per quanto riguarda, invece, Tributo a Gualtiero Marchesi, la chiave di lettura di questo quadro si apre a due scenari differenti: da un lato il nero, apparente simbolo di macabre tenere, che sa però di dover lasciare spazio e infatti all’interno di esso ecco un’esplosione di colori, un dripping dai colori più o meno caldi, volti a simboleggiare un’esplosione di pensieri, che dal centro si propagano assumendo forme quanto più diverse e singolari, in simbiotico contrasto. Dall’esplosione di colori si passo quindi al grigio, ove gli elementi assumono forma e dimensioni per poi riversarsi, a loro volta, nel bianco con il quale si apre un secondo scenario. Il bianco : l’inizio o la fine? Il bianco che si mostra leggero e pacato, libero. Il bianco, antagonista cromatico ma anche fedele compagno del nero. All’interno di esso troviamo due tagli macchiati di rosso. Quest’ultimo caldo e vivace, conseva un significato ambiguo: simbolo di passione e fiducia in sè stessi e allo stesso tempo simbolo di dolore e sofferenza, quella sofferenza che malgrado i continui cambiamenti interiori prevale e domina la scena.
Come preannuncia il titolo, l’opera è un omaggio al grande chef italiano Gualtiero Marchesi.. molti sono infatti i riferimenti ad alcuni suoi piatti: nella parte nera, il dripping oltre ad essere ispirato ovviamente a Pollock, padre di questa tecnica si riferisce al piatto “Dripping di pesce” del noto chef così come nel triangolo grigio ove vi è un riferimento ad un piatto di Marchesi ma anche al grande artista Malevic. Infine la parte bianca con i due tagli si riferisce al piatto “Il rosso e il nero” di Marchesi oltre a ricordare il celeberrimo fondatore del movimento spazialista Lucio Fontana.
L’esposizione I love Italy vuol celebrare il nostro Paese e la creatività in generale, lanciando un messaggio positivo in un’epoca fortemente complessa, affinché questo paese possa ripartire proprio dall’arte, che continua a sopravvivere nonostante le avversità. Proprio per queste ragioni abbiamo voluto concepirlo come un progetto mostra itinerante, cercando così di sensibilizzare un numero sempre maggiore di individui. Qual è il tuo pensiero e cosa pensi di poter fare nel tuo piccolo, attraverso la tua arte?
Nel mio piccolo posso dire di voler continuare a partecipare ad alcuni eventi, cercando di trasmettere una parte di me a chi realmente osserva il mio lavoro. Recentemente, ho scoperto che questo dono creativo può trarre benefici non solo a me stessa, ma anche agli altri.
Sogni o progetti in cantiere per il tuo futuro artistico?
Come ben sapete l’ arte non prevede riti programmatori, ma si rifà ad ispirazione ed istinto. Chi vivrà vedrà..
Grazie per il tempo che ci hai concesso.. Invitiamo i nostri lettori a scoprire questa talentuosa artista presso il Centro d’arte San Vidal. Vi aspettiamo sabato 21 luglio!