Il responsabile della morte di Giada, il 24enne Flavio Jeanne di origini mauriziane, comparirà il prossimo 21 marzo davanti al giudice per le indagini preliminari di Varese; il giovane fu arrestato tre giorni dopo l’incidente. Adesso, la sua assicurazione si è offerta di risarcire la famiglia di Giada Molinaro con un milione di euro poco prima dell’inizio del processo, ma i genitori della ragazzina hanno risposto con un secco no e non vogliono sentire ragioni.
La notizia è stata riportata da “Il Giorno“: Jeanne, subito dopo l’incidente, si diede alla fuga e per tre giorni fu irrintracciabile. Non solo, ma ignorò gli appelli disperati della famiglia Molinaro che invitava il responsabile a costituirsi. Non ascoltò neppure la fidanzata che, dopo aver scoperto tutto, lo implorava a presentarsi spontaneamente dalle forze dell’ordine.

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Il 24enne fu poi bloccato a Sesto Calende mentre stava andando al lavoro, dopo aver lasciato la sua Kia Rio grigia dal meccanico per far cancellare le tracce dell’incidente; in officina giustificò il parabrezza sporco di sangue e il fanale distrutto dicendo di aver investito un cinghiale.
Gli agenti arrivarono a lui grazie ai frammenti di fanale raccolti sul luogo dell’incidente, che permisero di risalire al modello di autovettura guidata dal fuggiasco. I genitori di Giada, tramite il loro legale, hanno ribadito il diniego a qualsiasi risarcimento: “Si tratta di una cifra molto importante – ha detto l’avvocato – la compagnia assicurativa si è anche detta disposta a raggiungere la massima fascia risarcitoria proprio per questo specifico caso. Parliamo di 300mila euro per ciascun genitore e poi di cifre decrescenti per i familiari più stretti”.
Ma i parenti si oppongono a questa situazione, ben consapevoli che un risarcimento potrebbe anche alleggerire la posizione dell’imputato: “Loro chiedono solo giustizia, senza sconti nè alleggerimenti – ha precisato il legale – se dovessero accettare il risarcimento potrebbero passare per parte lesa, una posizione molto meno forte. Per noi varrà solo una sentenza giusta, ovviamente nei limiti di legge, ma senza alcuno sconto”.

Filippo Mammì
(blastingnews)