R. e P.
L’esperimento intellettuale, artistico e antropologico è partito sabato 8 luglio alle ore 18.00 quando i cittadini della locride si sono dati appuntamento presso il Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri per diventare “interlocutori” privilegiati della prima performance di apertura del format ComunicArt, un festival arrivato alla sua quarta edizione, ideato dalla storica dell’arte Stefania Fiato. Ad attenderti vi era l’artista Amalia De Bernardis che già aveva provveduto a creare un rapporto privilegiato con i locresi scrivendo loro una lettera in cui chiedeva il loro coinvolgimento e in cui spiegava la ragione della sua azione artistica. La processione laica si è trasformata in un corteo sognante, una carovana di anime che ha terminato il suo viaggio davanti al casino Macrì, spazzando via il “limite”.
Senza dire una parola, l’artista ha coinvolto le persone nell’azione e insieme hanno fatto sparire la parola-concetto “limite”. La performance è poi continuata nelle sale del museo in cui il visitatore era inviato a “scrivere” i propri sogni. “THE DREAMS OF THE OTHERS nasce dalla traduzione simbolica e visiva del mondo onirico, ad esso parla e da esso è parlata. E’ un’opera spontanea, un’azione relazionale, che chiede di assorbire l’altra parte della comunità, prova a dirigere l’atto performativo verso un naturale processo sociale che scava nel segreto e nell’ animico, riconsiderando il concetto di Limite dell’arte contemporanea”, sono queste le parole dell’artista che spiegano le ragioni profonde del suo operare.
Lo mostra “Genius loci” ha visto anche trionfare l’artista Roberto Ghezzi con le sue opere solenni e grandiose. Teleri imprigionati dal mare che si offrono allo sguardo del visitatore in assoluta purezza. Non sono sfiorate dai pennelli: le tele raccontano il mare attraverso il mare. L’unicità del porto di Roccella si offre agli occhi stupefatti dei visitatori che incalzano con domande l’artista e la curatrice della mostra rivelando un profondo interesse per il processo creativo e per la ricerca che è alla base delle opere. Ci si interroga sulla funzione epistemologica dell’arte, sulla ragione stessa dell’arte e la risposta che nasce davanti alle opere di Genius loci è che mai quanto adesso l’arte è coerente, sentita, sincera, reale e forse per questo che le barriere tra artista e interlocutore spariscono e l’arte contemporanea ritrova il suo senso, semplicemente nella verità del suo essere.
Foto allegate di Manuela Futia