I clan hanno subito fiutato subito l’affare. Si muovono con piu’ velocita’ sui territori in cui operano. Non devono fare i conti con la burocrazia o le varie divergenze politiche sulle strategie di fondo. Arrivano prima, hanno soldi da investire e, da sempre, cercano di ottenere consenso sociale, riconoscimento, legittimita’. Da fenomeni di controllo sociale, nel tempo, si sono trasformate in agenzie di servizi legali e illegali. I commissari devono avere poteri speciali, ma soprattutto non dovrebbero scegliersi i collaboratori nelle Asp locali, come attualmente sono costretti a fare. Devono poter disporre di collaboratori al di sopra di ogni possibile condizionamento territoriale“.

Cosi’, il procuratore Nicola Gratteri a Famiglia Cristiana che, sul numero domani in edicola, dedica un ampio servizio sul caso ‘Sanita’ Calabria’, un caso con una lunga storia in cui le infiltrazioni mafiose e la massoneria deviata, oggetto di costanti indagini da parte della magistratura, hanno avuto una parte determinante. Medici e operatori locali sentiti dal settimanale cattolico denunciano: “Se qui da noi, e in genere al Sud, funzionasse la sanita’ finirebbero i viaggi della speranza verso altre regioni italiane e molte strutture private del Nord dovrebbero chiudere“, puntando il dito contro un sistema strutturale che sta tenendo la regione sotto i livelli essenziali di assistenza e che trasferisce, ogni anno, oltre 300 milioni di euro nelle tasche di altre zone d’Italia. Un giro d’affari legato alla palude stagnante provocata dalle zone grigie. Intanto e’ arrivato il nuovo commissario Guido Longo che, confida a Famiglia Cristiana, intende creare subito una squadra con esperti di sanita’ e di bilanci, e “persone che lavorino 24 ore su 24 come io sono abituato a fare. Il mio piu’ che un atto di coraggio e’ un atto d’amore per la CALABRIA e i calabresi. Se mia moglie verra’ con me? È un funzionario di polizia e mi ha spesso seguito. Non abbiamo mai avuto problemi da questo punto di vista“.