La ‘ndrangheta avrebbe cercato tramite un finto incidente stradale di uccidere il figlio minore di Nicola Gratteri. È lo stesso procuratore di Napoli che, ricordando i suoi anni a capo della Procura antimafia di Catanzaro, lo ha detto al giornalista Peter Gomez, nella trasmissione “La Confessione” che ha esordito su Raitre. Non solo, ma stando a quanto dichiarato nell’intervista esclusiva dallo stesso Gratteri, sarebbero stati vari i tentativi di attentato alle persone a lui più care oltre che a lui in persona.
Prima di sposarsi con sua moglie, qualcuno le sparò alla porta dell’abitazione con un messaggio: “Voi sposate un uomo morto”. Nel 2016 quando il figlio maggiore era universitario a Messina, due finti poliziotti si introdussero nel palazzo dove viveva con dei passamontagna. Il ragazzo li vide e riuscì a chiudersi dentro casa e a dare l’allarme. Riguardo al falso incidente stradale con cui le cosche avrebbero voluto eliminare il figlio più piccolo, Gratteri ha spiegato che un grosso fuoristrada avrebbe dovuto travolgerlo mentre viaggiava in motorino e l’ordine sarebbe arrivato dal carcere di Reggio Calabria. “Fortunatamente in entrambe le occasioni lo abbiamo saputo prima, quindi non è successo niente, ma entrambi i miei figli sono stati messi sotto scorta e questo crea tensione in una famiglia” ha concluso Gratteri.
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