Non si è ancora spenta l’eco della bellissima serata vissuta dai numerosi spettatori che venerdì 26 u.s. al teatro San Bruno di Reggio Calabria hanno assistito allo spettacolo “DECIMO- Come foglie d’acanto”, atto unico di Michele Carilli, portato in scena dalla Compagnia CarMa.

L’evento è stato organizzato dalla stessa compagnia e dal “Coordinamento Metropolitano contro tutte le guerre” (al quale hanno aderito trenta associazioni reggine) al fine di ribadire, mai con tanta fermezza come in questo particolare momento storico, un netto NO ad ogni tipo di conflitto.

Nello scorso mese di dicembre “DECIMO-Come foglie d’acanto” è balzato all’attenzione della critica aggiudicandosi il più importante premio della FITA (sez. Calabria), il “Bronzi di Riace” quale miglior spettacolo calabrese del 2023, unitamente ad altri tre riconoscimenti: quello di miglior attore non protagonista (Mario Berretta) miglior attore protagonista (Gabriele Profazio) e miglior regia (Michele Carilli e Lorenzo Pratico’)

“DECIMO” è uno spettacolo teatrale che, attraverso l’alternanza di parti recitate e canzoni suonate e cantate dal vivo-straordinaria la prova dei due musicisti Mario Lo Cascio e Francesco Alati e della cantante Marinella Rodà-narra la storia di un soldato della Prima Guerra Mondiale, Antonio Cassalia, fante reggino della Brigata Catanzaro che vive sulla propria pelle tutti gli orrori di quella “inutile strage”. Morì fucilato a seguito della decimazione, misura presa dal Generale Cadorna per punire la rivolta dei soldati della Brigata a cui venne negato il meritato riposo dopo mesi di ininterrotta permanenza in trincea. La Decimazione fu senza dubbio uno degli episodi più terribili di quella guerra, una pratica avente origine nell’esercito dell’antica Roma e che venne in quell’occasione sciaguratamente riproposta, lasciando al caso la decisione su chi dovesse vivere o morire: il “decimo” per l’appunto. Lo spettacolo descrive anche le gesta di altri protagonisti della Grande Guerra come “i ragazzi del 99” (ragazzi di appena 16/18 anni arruolatisi per tentare di risollevare le sorti della guerra e che, partiti in migliaia, non fecero ritorno a casa), eccezionalmente interpretati da Carlo Colico e Damiano Puntillo, e Gabriele D’Annunzio (grande prova attoriale di Mario Berretta) che fu involontario testimone oculare della decimazione della Brigata Catanzaro. La “grande guerra” ha drammaticamente segnato la storia, la cultura e la politica del nostro Paese, provocando un numero spaventoso di vittime tra morti, feriti, mutilati e prigionieri. L’intento dello spettacolo è quello di demistificare la narrazione celebrativa della I guerra mondiale così da creare le basi di una più solida coscienza critica che condanni, senza se e senza ma, non solo l’orrore di quella guerra ma anche di tutte le altre guerre, a maggior ragione quelle che purtroppo si combattono ancora oggi. Lo spettacolo di venerdì scorso ha fortemente coinvolto dal punto di vista emotivo gli spettatori che con autentica commozione hanno manifestato il proprio gradimento, accompagnando i protagonisti con grandi applausi e standing ovation finale.