I rifiuti sanitari venivano smaltiti in Sicilia. Nel mirino dell’inchiesta della Procura il rappresentante legale della compagnia Bluferries. Sequestrati dalla Guardia costiera 432 contenitori e 1,8 tonnellate di materiale pericolos
L’inchiesta è stata condotta dalla Procura di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal pm Roberto Di Palma e condotta dalla Guardia costiera reggina.
Le indagini sono partite dopo la denuncia di un privato cittadino. A conclusione delle indagini, la Guardia costiera ha ricostruito tutto il percorso dei rifiuti prodotti dall’ospedale reggino, e su disposizione della Procura ha effettuato un controllo all’imbarco su una nave traghetto della società Bluferries nel porto di Villa San Giovanni bloccando il mezzo in procinto di imbarcarsi. Dalle verifiche effettuate e dalla documentazione fornita è emerso che l’automezzo trasportava rifiuti sanitari infettivi identificati dall’allegato “D” del Testo Unico Ambientale, come «rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni» e classificati come «rifiuti pericolosi». L’automezzo era in procinto di salire sulla nave senza la specifica autorizzazione ad imbarcare merci pericolose obbligatoria per questo tipo di trasporto. Il furgone è stato quindi scortato nell’ospedale reggino Melacrino, dove è stato posto sotto sequestro all’interno dell’isola ecologica del nosocomio e affidato in custodia giudiziale al Direttore sanitario.
Le successive attività di indagine disposte dalla Procura reggina, hanno permesso di far luce sulle procedure attuate dalla società siciliana ed in special modo sulle modalità di trasporto via mare dei rifiuti sanitari infetti, dagli ospedali reggini fino al luogo di discarica situato nella Provincia di Catania.
Corrieredellacalabria.it