COMUNICATO STAMPA
Il 1 maggio è la festa dei lavoratori, una celebrazione oggi messa a dura prova dall’emergenza Covid-19 che ha stravolto le vite di tutti i cittadini. Giuseppe Nucera de ‘La Calabria che vogliamo’ sceglie una data simbolica come auspicio di una pronta ripartenza economico-produttiva per il nostro territorio.
“E’ arrivato il momento di ripartire. Negli ultimi giorni si è alzato il livello degli scontri politici, tra Governo nazionale, regionale e vari sindaci calabresi.
Al settore dell’imprenditoria, al quale io appartengo, non interessano le beghe tra fazioni politiche viste negli ultimi giorni, specie in un fase delicatissima come quella che stiamo vivendo. Per la Calabria -sottolinea l’ex Presidente di Confindustria Rc- questo momento può rappresentare una grossa opportunità di sviluppo per superare il divario socio-economico dal Nord Italia. Il timore per un diffondersi del virus è più che comprensibile e coinvolge tutti, non a caso i calabresi in queste settimane hanno rispettato con grande civiltà e senso del dovere tutte le disposizioni emanate dai vari DPCM.
Adesso però possiamo e dobbiamo ripartire. Alle porte c’è un disastro economico-sociale da affrontare, la Calabria può contare per fortuna su una diffusione del Covid-19 tra i meno invasivi di tutta Italia. Le regioni del Nord chiedono a gran voce di poter ripartire, riavviare il motore produttivo rimasto spento in questi due mesi, a maggior ragione deve farlo la Calabria.
Precauzione e sicurezza non sono ‘nemici’ della Fase 2 ma anzi saranno alla base della ripartenza. Per aumentare la sicurezza in tutti i calabresi e turisti che sceglieranno il nostro territorio nella prossima estate, sono necessari investimenti immediati e risolutivi sulla sanità pubblica calabrese, sofferente da troppo tempo.
Adesso è importante dare un segnale di speranza alla Calabria che non si vuole arrendere, che dopo aver combattuto con orgoglio l’emergenza sanitaria, con la stessa attenzione e determinazione vuole rialzarsi e tornare al lavoro”, conclude Nucera.
UFFICIO STAMPA LA CALABRIA CHE VOGLIAMO
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