Sono stati rinviati a giudizio i quattro 007 egiziani imputati nell’ambito del procedimento penale sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, avvenuta nel 2016 in Egitto.

La decisione del giudice per l’udienza preliminare Roberto Ranazzi, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, è arrivata al termine dell’udienza preliminare ripresa oggi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sbloccato il processo.

Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, le accuse sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. La prima udienza è stata fissata al prossimo 20 febbraio 2024 di fronte alla prima Corte d’Assise della Capitale.

Nel procedimento è stata ammessa come parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in virtù dell’obbligo da parte dello Stato di tutelare l’integrità e la sicurezza dei propri cittadini.

PASSO AVANTI PER VERITÀ E GIUSTIZIA PER REGENI
“Con la decisione di oggi si fa un passo avanti nella ricerca di verità e giustizia per Giulio Regeni. Esprimo, a nome del Consiglio nazionale dell’Ordine, grande soddisfazione per la scelta della magistratura di andare avanti. È importante anche l’ammissione come parte civile della Presidenza del Consiglio.” Lo dichiara il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli commentando il rinvio a giudizio dei quattro agenti dei servizi egiziani accusati del sequestro e della uccisione di Regeni.