L’arte di tessere le foglie di palma e olivo è strettamente legata alle celebrazioni ufficiali e memoriali della Chiesa cristiana, in particolar modo quelle legate alla domenica immediatamente precedente la Pasqua (Domenica delle Palme). Tali rituali cerimoniali traggono spunto da un passo del Vangelo di Giovanni (Gv.12, 12-16), nel quale si narra dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla grande folla che, in segno di festa, agitava tra le mani rami di palma. Da qui la pratica dei fedeli di intrecciare le foglie di palma, utilizzare le stesse per abbellire i luoghi sacri di culto o per valorizzare le processioni e i riti della Passione cristiana.
È da questo giorno che inizia un’atmosfera di attesa, di speranza e, infine, di festa. Un intervallo in certo qual modo festoso, quando ci si recava in chiesa con le palme intrecciate in forme di croci, cuori, panierini, fisarmoniche. La Palma viene quasi sempre accompagnata dal ramo d’ulivo, che è di più facile reperimento rispetto alla pianta di palma. Le nostre nonne dicevano che era assolutamente proibito gettare via le palme e i rami d’ulivo, trattandosi di oggetti benedetti durante la Messa; in alternativa era permesso bruciarli o seppellirli o, ancora meglio, riportarli in chiesa per essere bruciati e farne cenere per poi essere utilizzati per il Mercoledì delle Ceneri. Era anche sconsigliato sposarsi non solo nella Domenica delle Palme, ma in tutto il periodo pasquale per l’ovvio motivo che non sarebbe molto indicato convolare a nozze in un periodo destinato alla penitenza.
fonte e foto pagina fb GIOIOSA JONICA (RC)