Sono tredici gli imputati che nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup di Reggio Calabria hanno scelto il rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta Typografic. Si tratta di Nicola Agostino,
Salvatore Agostino (collaboratore), Rocco Attachi, Domenico Calautti, Francesco Caruso, Caterina Cherubino, Antonio Femia (collaboratore), Antonio Malfone, Roberto Prologo, Nicola Schirripa,
Giuliana Zavaglia, Nicola Prota e Rocco Prota. Gli indagati sono comparsi davanti al gup di Reggio Calabria Nicolò Marino e all’accusa, rappresentata dal pm Antonio De Bernardo. La maggior
parte degli imputati aveva richiesto di definire il processo nelle forme del rito abbreviato condizionato. Le richieste però sono state
tutte rigettate. Ammesse le richieste di costituzione di parte civile del testimone di giustizia Nicodemo Panetta, difeso dall’avvocato Michele Gigliotti, anche per il reato di associazione a delinquere
di stampo mafioso e per tutti quei reati per i quali non era stato espressamente riconosciuto persona offesa. Ammessa anche la costituzione di parte civile della Fondazione antiusura nazionale
Interesse Uomo di don Marcello Cozzi, rappresentata dal legale Josè Toscano, della Regione Calabria, della città metropolitana di Reggio
Calabria, della Provincia di Reggio, del Comune di Gioiosa Jonica (avvocato Vincenzo Bombardieri) e della Fondazione Borsellino
(avvocato Marco Cartisano). Gli abbreviati saranno trattati
dall’8 maggio in poi dinanzi al gup distrettuale di Reggio Calabria. L’operazione “Typographic” ha portato all’esecuzione di un decreto
di fermo a carico di 34 persone, nonché a perquisizioni nei confronti di 52 indagati ed al sequestro preventivo di beni mobili, immobili e società per un valore di circa 15,5 milioni di Euro. L’indagine prende le mosse dalla denuncia di un imprenditore operante nel settore tipografico, ora residente unitamente al suo nucleo familiare in
località protetta, il quale ha delineato una complessa attività
di usura posta in essere ai suoi danni da soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta del luogo. Tassi d’usura fino a quasi il 500% annuo.
Una vita infernale per il commerciante della Locride, che, con la sua denuncia ha però permesso a Guardia di Finanza e Carabinieri di arretrare i suoi presunti taglieggiatori. Le successive indagini,
anche di natura tecnica, avviate dalla forze dell’ordine sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso inoltre,di ricostruire la struttura della locale della ‘ndrangheta di
Gioiosa Ionica e individuare un consistente giro di usura ai danni di oltre 50 soggetti.
Ilario Balì

(Cronache delle Calabrie)

foto archivio