Comunicato stampa
Si è tenuto oggi il web meeting“ Le Politiche di coesione per costruire il futuro dei nostri territori: dal passato alle opportunità future dei #Fondieuropei 2021-2027”.
Un evento promosso e organizzato dalle reti di informazione della Commissione Europea, EuropeDirect e Entreprise Europe Network operanti in Calabria con gli sportelli di Gioiosa Jonica la prima e di Lamezia Terme la seconda, con l’apporto del CDE, Centro di Documentazione europea di Catanzaro, con il responsabile Paolo Romano. Un focus, nato proprio dalla capacità di interazione delle reti di comunicazione europea a servizio dei cittadini, delle imprese e delle Università sul territorio calabrese.
L’evento, partecipato da oltre 100 partecipanti, ha visto la presenza di Anci Calabria, tra gli organizzatori, nonché della cabina di regia di Bruxelles di Unioncamere Europa, con l’intervento del responsabile Flavio Burlizzi per delineare i must della nuova programmazione. La storia delle politiche di coesione, il loro prossimo futuro in via di definizione ed il ruolo della cittadinanza è stato sviluppato grazie al contributo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria con Francesco Calabrò, e dal prof. Pier Virgilio Dastoli già direttore della Commissione Europea in Italia e presidente del CIME, Consiglio del Movimento Europeo in Italia.
Il convegno, coordinato dalla giornalista Raffaella Rinaldis, è stato aperto dai saluti della Dirigente Maria Rosaria Russo del Piria di Rosarno. Quindi l’intro, dedicata alla situazione Paese per il periodo 2021/2027, dettagliata dal Responsabile del Centro Edic Alessandra Tuzza, che ha definito lo stato di fatto ed i cinque pilastri della nuova programmazione delle Politiche di Coesione.
L’intervento di Virgilio Dastoli ha messo a fuoco il futuro delle Politiche di coesione e il valore sociale del confronto tra le istituzioni e cittadini, fondamentali nel loro ruolo di soggetti protagonisti del futuro dell’Europa.
Francesco Calabrò ha definito gli interrogativi legati all’efficacia delle politiche di coesione che devono oggi essere costruite tornando a considerare i valori stessi degli stati di diritto. È emerso il ruolo attivo dei cittadini, che devono sorvegliare sui provvedimenti di spesa che vengono adottati a livello regionale e locale. Uno dei limiti che da più parti si è riscontrato è la carenza di visione progettuale e programmatoria, che spesso vede le amministrazioni pubbliche inseguire i bandi di progetto senza una strategia di lungo periodo che dovrebbe attivarsi per avere risultati tangibili.
“La Visione di futuro – ha sottolineato Calabrò – deve vedere protagonisti i cittadini, i territori e le imprese, poichè la concertazione non può essere considerata solo in modo formale”
Burlizzi,di Union Camere Europa,ha sottolineato come le competenze esclusive della Commissione europea siano limitate e pertengano solo a sei settori tra cui le unione doganali, la politica della concorrenza, la politica monetaria, le multe e una limitata competenza sulle risorse biologiche e il mare.“Tutto il resto- ha sottolineato – è competenza concorrente, che va esplicitata solo con gli stati membri. Del resto – ha completato – il Bilancio europeo è in realtà molto contenuto e corrisponde a quello di un piccolo stato membro e le entrerà dell’UE sono di due 2 tipi: le risorse che l’Ue può acquisire direttamente tramite una percentuale dell’iva e delle risorse doganali. Per il resto le entrate dipendono dal debito, come ad esempio anche il bilancio di su Next Generation EU. Il più grande ricorso al debito fatto sino ora dall’UE”. Un debito quindi che l’Europa coprirà con risorse proprie e nuove tasse, come quelle previste sugli imballaggi non riciclabili e sulle emissioni gravanti sulle imprese più inquinanti. Dal 2024 si prevede anche tassa digitale per i grandi player mondiali. Quindi per uscire dalla crisi un grande piano di rilancio del turismo e della cultura collegata sarà alla base della nuova programmazione 2021/2027.
La nuova programmazione nazionale e regionale guarderà infatti al turismo,alla cultura ed alla transizione energetica. All’Italia arriveranno 126 miliardi a fondo perduto. Ma il dubbio finale e che il nostro paese non sarà in grado di spendere tale fiume di denaro, visto che ad oggi l’Italia è il fanalino di coda per l’assorbimento dei fondi europei con una spesa corrispondente a meno del 19% di quanto stanziato.
La segreteria organizzativa
Edic Calabria&Europa