La preannunciata sospensione dei lavori e la conseguente apertura al transito della galleria Limina nelle ore notturne, dal 2 al 26 agosto, non è sufficiente per soddisfare le esigenze e le ambizioni di un territorio ad alta vocazione turistica come la Locride. La SGC Jonio-Tirreno è una infrastruttura vitale per il tessuto socio-economico della Locride. Il Consiglio metropolitano, in una seduta aperta tenutasi a Gioiosa Ionica nove mesi fa, ha già prodotto una discussione seria e approfondita sul valore strategico di questa arteria chiedendo a Governo e Regione interventi puntuali che andavano dalla richiesta di garantire la partecipazione delle istituzioni del territorio ai processi decisionali alla richiesta di conoscere le risultanze degli studi preliminari obbligatori sull’impatto dell’opera in termini di ricadute socio-economiche; dalla questione della messa in sicurezza dei percorsi alternativi alla necessità di garantire il diritto alla salute dei cittadini in considerazione del fatto che la SGC Jonio-Tirreno collega i due ospedali di Locri e Polistena (complementari in diversi settori). Per non parlare degli intensi rapporti economici e sociali tra le due aree omogenee della Locride e della Piana, cresciuti e alimentati grazie all’importante infrastruttura.

La soluzione individuata da Anas e Regione per la realizzazione dei lavori necessari alla messa in sicurezza dei trafori Torbido e Limina è stata una “soluzione al ribasso”. L’investimento iniziale, che prevedeva un intervento più “pesante” di oltre 35 milioni di euro, è stato ridotto prevedendo un intervento più “leggero” (e conseguentemente meno duraturo) di circa 25 milioni di euro, con lavori che sostanzialmente non prevedono la dismissione degli impianti in modo tale da scongiurare la chiusura totale della galleria. Questa scelta potrebbe risultare anche condivisibile a patto che da subito si assumano impegni concreti con tempi certi per il rifacimento del traforo della Limina con un nuovo tunnel a doppia canna, unica vera soluzione strutturale. Una prospettiva di medio periodo sulla quale il Governo dovrebbe dare garanzie immediate stanziando le risorse necessarie.

Nelle more che si realizzi il raddoppio (soluzione ottimale alla quale si addiverrà ragionevolmente in tempi non certo brevi) si rende necessario garantire i percorsi alternativi. La SP1 e la SP5 sono percorsi alternativi non rapidi, che attraversano le montagne e uniscono la costa Jonica con quella Tirrenica. La realizzazione di un percorso alternativo rapido (bypass) della galleria Limina, funzionale non solo alla chiusura per i lavori ma anche per ogni altra eventuale ragione che si rendesse necessaria, rimane un obiettivo da perseguire: una bretella che dall’imbocco della galleria Limina lato jonico risalga fino ai Piani della Limina raggiungendo la SP35dir, per poi scendere attraverso la bretella esistente fino all’imbocco della galleria lato tirrenico. Si tratterebbe di fare sul lato jonico quello che all’epoca della costruzione della SGC si fece sul lato tirrenico, con un investimento in termini economici non particolarmente oneroso (la risorse risparmiate nel passaggio dall’intervento “pesante” di manutenzione della galleria a quello “leggero” potevano già essere un punto di partenza).

Tornando ai lavori di messa in sicurezza in corso questi dovrebbero durare 18 mesi ovvero fino ad ottobre 2025. Non si può pensare di aspettare ogni volta la richiesta che si alza dal territorio, l’appello dei sindaci per poi stabilire se sospendere o meno i lavori. Questa volta è stata la Jonica Holidays, che mette insieme gli operatori turistici della Riviera dei Gelsomini, a scrivere il 16 maggio scorso, seguita dall’appello dei sindaci e poi è arrivata la notizia della sospensione ad agosto. Sotto Natale ripeteremo lo stesso schema? È necessario programmare i periodi di apertura totale della galleria, attraverso il confronto con le istituzioni del territorio e gli operatori economici, per tutta la durata dei lavori in maniera tale che ci siano certezze. Certezze vuol dire dare ai cittadini, alle imprese e agli addetti (soprattutto a tutti coloro i quali lavorano nel settore della ristorazione, degli eventi e del turismo, ma non solo) la possibilità di programmare la propria attività.

Una proposta minima di buon senso da cui partire dovrebbe essere l’apertura totale almeno nei periodi compresi tra il 25 aprile/2 maggio, 15 giugno/15 settembre, 1 dicembre/7 gennaio. È vero che servirebbe una modifica del cronoprogramma, ma sarebbe il meno considerando il fatto che i tecnici di ANAS hanno spiegato bene l’inesistenza di imminenti pericoli di crollo. In casi particolari dilatare i tempi di esecuzione dei lavori è inevitabile se si vogliono salvaguardare gli interessi legittimi dei cittadini che abitano il territorio interessato; addirittura per i lavori di messa in sicurezza del traforo del Monte Bianco si era avanzata la proposta di lavorare 3 o 4 mesi all’anno per 18 anni al fine di evitare ricadute economico-sociali negative per quel territorio.

La Limina è comunque soltanto una delle questioni che riguardano le infrastrutture viarie strategiche che impattano sul diritto alla mobilità dei cittadini della Città metropolitana di Reggio Calabria, inutile elencarle. Complicato trattarle con i livelli di governo superiori quando in questi la “megalomania da ponte” è imperante. Verranno tempi migliori.

Salvatore Fuda – Consigliere metropolitano