COMUNICATO STAMPA
Si conclude la rassegna teatrale “PROSPETTIVA ROVESCIATA” a cura dell’Associazione culturale “Entropia APS”, domenica 30 luglio 2023, alle ore 19.30 sarà protagonista nel suggestivo sito archeologico della Villa Romana del Naniglio a Gioiosa Ionica, la tragedia “CLITEMNESTRA E ELETTRA” interpretate da Barbara Gallo e Chiaraluce Fiorito, per la regia di Paolo Toti.
Note di regia
Il vortice della violenza inghiotte tutto e tutti quelli che lo alimentano: le due protagoniste della tragica vicenda argiva giocano dentro questa spirale un gioco al massacro che le porterà verso il basso, dopo aver scrutato le profondità del loro animo rabbuiato dall’odio, dal risentimento e dalla vendetta.
Da una parte troviamo Elettra, aspra e dura, feroce felino nel palazzo reale, figlia di Clitemnestra e Agamenone, arsa dal dolore, dall’umiliazione e dall’odio verso la madre, privata dell’affetto paterno e di quel patrimonio familiare che l’avrebbe messa in una condizione di rango reale di cui adesso ne viene allontanata. Dall’altra troviamo Clitemnestra, “occhi scuri”, regina tagliente ed altissima, sposa di Agamennone, nonché l’uxoricida che cerca di difendere il suo efferato delitto e il suo amante e complice Egisto, anteponendo le sue angosce di madre privata di una figlia, Ifigenia, alla giustizia che si è procurata uccidendo il marito.
Nascosta nella reggia Elettra si aggira come un’ombra senza nome, uno spettro vendicatore che attende il momento propizio per mettere in scena la sua vendetta. Se nella rappresentazione tradizionale la figura di Elettra è affiancata da quella del fratello Oreste, al quale dà il suo sostegno perché compia il gesto risolutore, qui è Elettra stessa che si sporca le mani, in uno scontro ravvicinato tra lei e la madre. Clitemnestra ed Elettra saranno due forze antagoniste contrapposte che procurando diffrazione per il loro brusco e tagliente attrito finiranno esse stesse per soccombere ed annichilirsi nel vortice della vendetta che non risparmia nessun giocatore, nessun partecipante, in mezzo ad un effetto domino dove violenza chiama violenza.
Il sentimento di vendetta è qui, si implacabile come da consuetudine adottato nella cultura della tragedia classica, ma anche accompagnato da diversi momenti di lucidità che sottraggono a tratti i personaggi dal loro stereotipo e presentano un prisma di sfumature emozionali che li rende diversi, tinti di una semplicità, sensibilità e tenerezza più vicini alle trasposizioni novecentesche delle figure classiche.
Questa dicotomia accompagna il corso della storia di quest’adattamento del mito di Clitemnestra ed Elettra interpretate magistralmente da Chiaraluce Fiorito e Barbara Gallo in un gioco teatrale fatto di parole arcaiche ben esposte ed articolate e da un uso del gesto scattante ed esasperato; una coreografia di immagini e suoni ben allineati e rappresentati dalle due attrici che sostengono brillantemente il peso della scena sulle loro spalle.
Come in uno schema a rapporto uno a uno, tutto si raddoppia, si riflette, ed ecco che le due attrici impugnano ognuna uno strumento di lotta e di potere, di sostegno e carica gestuale emotiva: un bastone che diventa un prolungamento selvatico per Elettra e uno scettro che diventa trasposizione regale e violenta per Clitemnestra. Il rapporto scenico viene altresì affermato dall’uso contrapposto della cromia dei colori bianco e rosso che dipingono i contorni dei due personaggi caricandoli di quel contrappunto emotivo tra violenza e rigurgito di sensibilità.
Il mito, sopravvissuto e rivisto, diventa palcoscenico per una riflessione che abbatte le regole della violenza, che possa cercare soluzioni diverse dallo spargimento di sangue, che quando è versato è già troppo tardi.