Comunicato stampa
La rassegna teatrale PROSPETTIVA ROVESCIATA, parte da un semplice punto, comune a tutti gli spettacoli, le storie, ognuno racconta la sua storia per come l’ha vissuta e per come la percepisce. Questo semplice filo conduttore lega tutti gli eventi della rassegna, la narrazione che assume connotazione e carattere diverso, cambiando tre semplici variabili, ovvero il periodo storico in cui nascono, il pubblico a cui si rivolgono e chi narra, le storie mutano, si evolvono in qualcosa di diverso, ma sempre mantengono una prerogativa essenziale, parlano delle emozioni umane. Ognuno di noi sia raccontandole che ascoltandole prova sentimenti diversi nei confronti di quel vissuto enunciato, che nel confronto con l’altro arricchisce entrambi. In un tempo in cui uno schermo sostituisce i rapporti umani, l’importante ruolo di catarsi collettiva che assume il teatro diventa fondamentale, per una società che vuole rimanere umana.
Organizzata dall’associazione culturale ENTROPIA APS, la prima edizione della rassegna teatrale PROSPETTIVA ROVESCIATA si svolgerà alla Villa Romana del Naniglio, a Gioiosa Ionica. La scelta di un luogo tanto suggestivo evidenzia ancora di più che unendo antico e moderno, può nascere una commistione interessante, offrendo molteplici spunti di riflessione, che poi riescono a rovesciare completamente le idee, formento un punto di vista diverso, più leggero al vissuto quotidiano.
Si inizia domenica 9 luglio con Laura Formenti in “Tranquilli poi vi spiego”, uno spettacolo di stand-up commedy, il moderno, continuando domenica 23 luglio con “Diskolos” di Menandro, il teatro antico più puro e si chiude domenica 30 luglio con “Clitemnestra ed Elettra” di Chiaraluce Fiorito e Barbara Gallo, che unisce la storia antica con tinte moderne.
Gli spettacoli si svolgeranno tutti alle 19.30, in modo da sfruttare la suggestiva luce del crepuscolo che avvolge il sito archeologico del Naniglio creando la giusta atmosfera che ancora di più faccia calare lo spettatore nella storia.
A seguire gli spettacoli con relative note esplicativa
TRANQUILLI, POI VI SPIEGO
Di L. Formenti, G.Della Misericordia e G.Ettori
CON LAURA FORMENTI
Uno spettacolo che parla di bugie. Bugie per vendere, bugie per rimorchiare, bugie per non sfigurare.
Bugie dietro cui ci nascondiamo perché abbiamo paura di dire la verità. Bugie che creano veri e propri tabù
Uno spettacolo che ha già fatto 3576687,6 repliche in 322 paesi ed è stato definito da Charlie Chaplin “una performance necessaria, una vera rivoluzione nella comicità normale”. Com’è possibile? Tranquilli poi vi spiego.
BIOGRAFIA
Stand up comedian, autrice, attrice, performer…insomma non so ancora cosa fare da grande.
Finalista a Italia’s Got Talent 2021 e virale sul web col vide “Se fossi un uomo…”
In tv sono uno dei volti fissi della stand up comedy di Comedy Central e ho partecipato a Colorado
e Domenica 5. Nel 2021 S.Dandini mi chiama a fare parte del progetto “Vieni avanti cretina”.
Attrice e performer da anni in diverse produzioni italiane e internazionali
Questo è il mio quarto spettacolo di stand up comedy.
DYSKOLOS
impianto scenico e regia Cinzia Maccagnano
musiche Germano Mazzocchetti
composte per il Dyskolos realizzato dall’INDA nel 1995 per la regia di Egisto Marcucci
con Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna
Marongiu, Cristina Putignano costumi Monica Mancini Maschere
Giancarlo Santelli restyling maschere Luna Marongiu
assistente alla regia Marta Cirello
Il Dyskolos rappresenta la forma più compiuta di quella che è stata definita “commedia nuova”: esaurita ormai la critica politica che fu del teatro di Aristofane, Menandro concentra la sua attenzione su temi e rapporti che lasciano ampio spazio alla riflessione, alla morale, potremmo dire, borghese, di chi accetta con consapevolezza la propria condizione umana. Protagonista della commedia è l’uomo, con i suoi piccoli drammi quotidiani, le sue intolleranze e le sue paure che lo portano a farsi aggressivo e a chiudersi in se
stesso e nella stretta gabbia dei propri interessi. Ma sorprendente è la modernità di Menandro che affida ai due giovani, il ricco innamorato Sostrato e il povero e dignitoso Gorgia, la capacità di sciogliere il nodo drammaturgico: la vitalità che scaturisce all’amore e dalla fiducia nel prossimo vincerà la misantropia e consentirà il superamento della diversa condizione sociale dando vita, forse, ad una nuova comunità La scelta di utilizzare in questa versione le maschere proprie del teatro di Menandro, che già tante volte la
DYSKOLOS
Compagnia ha messo a servizio delle opere plautine, si iscrive in una tradizione che si rinnova ancora una volta: e nell’affrontare il testo che queste maschere ‘vestono’ con maggiore attinenza, e nell’avere scelto di dare un colore nuovo ai “tipi di Lipari” reinterpretati dal Maestro Santelli, scrostandoli dalle ristrettezze filologiche, cui in ogni caso obbediscono per loro stessa natura, e arricchendoli di un’inventiva moderna, nell’apparenza (trucco e colore) e nella sostanza (parola e movimento).
CLITEMNESTRA ED ELETTRA
Di e con Chiaraluce Fiorito e Barbara Gallo
Regia di Paolo Toti
Le due protagoniste della tragica vicenda argiva giocano dentro il vortice della violenza che inghiotte tutto e tutti. Da una parte troviamo Clitemnestra, sposa di Agamennone, nonché l’uxoricida che cerca di difendere il suo efferato delitto, dall’altra troviamo Elettra, figlia di Clitemnestra e Agamennone, arsa dal dolore, all’umiliazione e dall’odio verso la madre. Clitemnestra ed Elettra saranno due forze antagoniste contrapposte che procurando diffrazione per il loro brusco e tagliente attrito finiranno esse stesse per soccombere ed annichilirsi. Il sentimento di vendetta è qui, si implacabile come da consuetudine delle opere classiche, ma anche accompagnato da diversi momenti di lucidità che tingono i personaggi di una semplicità, sensibilità e tenerezza più vicini alle trasposizioni novecentesche delle figure classiche. Questa dicotomia accompagna il corso della storia di quest’adattamento del mito di Clitemnestra ed Elettra interpretate magistralmente da Barbara Gallo e Chiaraluce Fiorito in un gioco teatrale fatto di parole arcaiche ben esposte ed articolate e da un uso del gesto scattante ed esasperato. Le due attrici impugnano ognuna un bastone che diventa un prolungamento selvatico per Elettra e uno scettro simbolo di trasposizione regale e violenta per Clitmnestra. Il mito, sopravvissuto e rivisto, diventa palcoscenico per una riflessione che abbatta le regole della violenza e che possa cercare soluzioni diverse dallo spargimento di sangue, che quando è versato è già troppo tardi.