Sono stati trovati senza vita uno accanto all’altro dentro un appartamento e con una pistola adagiata sul letto. Entrambi avevano ferite d’arma da fuoco alla testa. Si chiamavano Kumar Pardeet, 27 anni e Kaur Baljeet, 32 anni, membri della comunità indiana residente nell’Area Grecanica.

Tra le ipotesi al vaglio sul giallo di Bova Marina c’è anche quella dell’omicidio-suicidio, che potrebbe essere stato messo in atto dal giovane indiano perché invaghito di una donna sposata che non poteva ricambiarlo. Sin qui è soltanto uno dei possibili scenari ipotizzati. Di sicuro non sarà facile rimettere a posto, ed esattamente nell’ordine dovuto, tutti i tasselli di un puzzle infarcito di mistero. Le domande che incombono sono numerose, stringenti, in cerca di risposte attendibili. Servirà la pazienza certosina dei “segugi” dell’Arma per portare a galla la verità e mettere il punto in calce a un episodio a dir poco sconvolgente. Sconvolgente per le modalità con cui si è manifestato. Sconvolgente perché porta agli onori della cronaca una comunità, quella indiana, da sempre apprezzata per la “paciosità” del suo vivere, nonché per la laboriosità e il livello di socievolezza espresso. Sconvolgente per il bilancio lasciato sul campo di due morte violente.

Particolarmente utili al lavoro che viene portato avanti dagli investigatori con il coordinamento dei magistrati della Procura di Reggio, potrebbero arrivare dall’autopsia. Sarà eseguita nei prossimi giorni nell’obitorio della città dello Stretto, dove i due cadaveri sono stati portati subito dopo l’ispezione eseguita sulla scena del crimine dal medico legale.

fonte: Pino Toscano – gazzettadelsud.it