Il porto di Gioia Tauro finisce nuovamente al centro di un intrigo internazionale. Questa volta, però, non c’entrano i carichi di droga provenienti dal Sud America, ma dei container pieni zeppi di tecnologie militari, intercettati nello scalo e diretti ufficialmente in Qatar.

Il fatto, raccontato quest’oggi da Repubblica, sarebbe avvenuto circa un mese fa, quando nel noto porto calabrese sono stati scoperti diversi container prontamente sequestrati dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane.

All’interno, innumerevole materiale per la realizzazione di droni da guerra proveniente dagli Stati Uniti e dal valore di decine di milioni di dollari.

Come già detto, ufficialmente il carico era diretto in Qatar ma secondo fonti di intelligence il vero destinatario sarebbe stata la Russia.

Tra le varie ipotesi formulate, quella dello scarico del materiale in Siria, dove insiste la base militare russa Tartus. L’intero carico è stato sequestrato ed al momento è fermo in Calabria, dove la Procura di Palmi indaga per traffico internazionale.

Sui documenti di trasporto, infatti, è indicato un generico materiale per le telecomunicazioni. Dagli Stati Uniti sarebbe giunta persino una squadra dell’Fbi per cercare di comprendere la dinamica dell’accaduto, sul quale indagano, nel massimo riserbo, la Guardia di Finanza e la Direzione Generale delle Dogane.

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