Tripide dell’olivo, cambiamenti climatici e prodotti fitosanitari nel report pubblicato dal Piano Gestionale Olivicolo della Locride.
Nel pomeriggio del 26 luglio, presso il Centro Visite del Parco Nazionale d’Aspromonte a Gerace, è stato presentato il report del pgol con i primi dati provenienti dalle superfici olivetate. Il programma, avviato nell’ultimo anno da Nova Agorà Gerace, presidente Domenico Minniti, da Promoter, presidente Giuseppe Fragomeni, dal Parco Nazionale d‘Aspromonte, presidente Giuseppe Bombino, dalla Facoltà di Agraria di Reggio Calabria e dal Comune di Gerace che segue da vicino il progetto con l’assessore Carmelo Femia, tramite il comitanto tecnico composto da Anselmo Scaramuzzino e dagli agronomi dot. Carlo Gambino, dot. Rosario Soldani e dal dot. Ivan Rodinò, ha messo in luce che molti uliveti versano in uno stato nutrizionale fitosanitario poco ottimale attribuibile ad una “ordinaria” gestione dell’oliveto. I dati resi noti grazie alla geo-referenziazione delle superfici di quaranta aziende aderenti al protocollo, hanno permesso di stilare una check-list sullo stato nutrizionale e fitosanitario, sulle diverse tipologie di interventi manutentivi dell’oliveto e di interpretare possibili interventi sulle basi delle criticità evidenziate. Il bollettino della siccità ed i dati del periodo fioritura -allegagione, non sempre uniforme, hanno evidenziato un connesso con i metodi di lavorazione e del cambiamento climatico con riscontri di accentuate defogliazioni, cascola della fioritura ed il significativo attacco del “tripide” su vegetazione e frutticini e della “tignola” i cui sintomi sono stati confusi, qualche volta, con quelli dei tripidi. Infine è stata evidenziata l’importanza della conoscenza dei prodotti fitosanitari al fine di evitare assolutamente trattamenti non autorizzati sull’olivo, per salvaguardare salute e scongiurare il cosiddetto vuoto biologico ( attacco degli insetti utili). I produttori hanno avuto modo di confrontarsi tra di loro su tecniche e sperimentazioni, interagendo anche con imprenditori agricoli tirrenici presenti e incuriositi dell’iniziativa e che si rapportano con cultivar diverse da quelle dell’areale locrideo, dove la “grossa di Gerace”, che un tempo rappresentava l’eccellenza di un’area geografica, oggi è in crisi a causa di più fattori concatenatesi. Un messaggio forte, quello dei produttori olivicoli della locride, che manifestano la ferma voglia di trovare rimedi attraverso il confronto e la sperimentazione scientifica spinti dalla volontà di produrre un olio extravergine d’oliva d’eccellenza all’altezza, oggi, della fama che si è conquistato in passato.

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