DAL PROGRAMMA ESCURSIONI 2025
I Sentieri dimenticati
Domenica 9 febbraio
U’ senteru incavatu di Monte Nafruso
Raduno: Ore 10:00 al Piazzale Case Popolari di C/da Zomino, vicino S.S. 111.
Partenza Escursione: Ore 10:30
Come arrivare: Per coloro che provengono dalla Tirrenica, da Cittanova risalire verso lo Zomaro, quindi prendere la direzione Gerace, dopo 7,5 km si arriva in C/da Zomino. Per coloro che risalgono dalla Jonica da Locri, risalire verso Gerace dopo circa 7 km si raggiunge la C/da Zomino.
Descrizione del percorso:
Da molti punti, tutti molto suggestivi, si possono raggiungere le cime di Monte Mutolo-Scorciapelle, le cosiddette Dolomiti del Sud, noi lo faremo partendo dalla contrada Pirone, nodo nevralgico di tutte queste formazioni rocciose, appunto da: “U Piruni”, luogo centrale da dove si diramano a raggiera meravigliosi scenari morfologici che segnano soprattutto la storia geologica di questo tratto di territorio ricadente nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, scorci panoramici che sembrano quadri d’autore appesi tra cielo e mare.
Cammineremo sulle tracce del tempo, lungo un sentiero molto suggestivo segnato dal faticoso lavoro dell’uomo che ha saputo strappare alla natura selvaggia questa terra, per vivere la propria vita. Uno scenario molto panoramico ci accompagnerà durante il nostro viaggio, noi al centro di un palcoscenico naturale, con cime maestose che scendono verso valle toccando, con lo schiudersi di profondi fossi e valloni, la costa e il mare. Viaggeremo in questo meraviglioso anfiteatro naturale, partendo dalla contrada Zomino, dove è previsto il raduno, ci inoltreremo, quindi, sulla sterrata di contrada Pirone che scende verso un piccolo fosso ornato dai vivaci colori dei corbezzoli e dei sorbi, dall’altra parte del fosso si raggiungerà Casa Staltari, una particolare dimora di pastori collocata su un terrazzo morfologico dal quale si dirama la risalita verso Monte Nafruso. Saranno le antiche “Armacere” o Armacie a guidarci nel nostro percorso, qui le caratteristiche torri del monte che prende il nome dagli alberi di alloro “a Nafrara”, svetteranno sulle nostre teste. Seguendo l’antica traccia che aggira il monte, presto si raggiungerà il promontorio che si affaccia su Prestarona da una parte e dall’altra su Agnana, Chiusa e Siderno Superiore; la vista su Monte Scifo, Monte della Guardia con le antiche miniere di Lignite di Agnana coroneranno il quadro di questo fantastico panorama. I resti di un’antichissima dimora in pietra con mura doppie sarà la nostra immediata meta verso i campi di grano che ci separano dalle cime di monte Mutolo, da dove potremmo ammirare lo splendido paesaggio dell’antico Borgo di Canolo Vecchio che ispirò Edward Lear nella stesura di un famoso dipinto di queste contrade.
La risalita verso le antiche cave di Mutolo sarà lenta e graduale, in questo tratto recupereremo quasi tutto il dislivello fatto in discesa, ma le fatiche saranno ricompensate una volta raggiunto l’altro affaccio delle torri delle Dolomiti, da dove le torri (Torre Latina, Torre di Canolo, Torre Longobarda) svettano in tutta la loro magnificenza precipitando vorticosamente verso il basso, le pareti di Monte Giunchi che cadono verticalmente sul borgo di Canolo, sono invece la parte terminale della montagna aspromontana che dallo Zomaro, dal Passo del Mercante declina verso il mare. Il vecchio Edward Lear nei suoi viaggi in Calabria e nel Regno di Napoli, passò tra i paurosi precipizi di Canolo il 20 agosto del 1847, e descrisse del fascino e della magicità di questi luoghi, concludendo prima dell’addio: “Canolo mio, sempre mi sembra un paradiso, niente mi manca, perché dovrei andare? disse, se quando morirò, e spero sia presto, e troverò un paradiso come Canolo, sarò contento! Qui fu girato anche il famoso sceneggiato per RAI Fiction “L’uomo che sognava con le aquile” con Terence Hill.