Comunicato stampa
Si è svolto al Rifugio Carrà di Africo antico, in Aspromonte, l’ormai classico raduno organizzato dall’associazione “Insieme per Africo”, giunto alla sua sesta edizione. Quest’anno i contenuti della giornata sono stati affidati a Francesco Bevilacqua, scrittore e ambientalista, che da anni si batte per divulgare e tutelare natura e cultura della Calabria. Il manifesto dell’iniziativa è un bellissimo disegno dell’artista Vincenzo Filosa.
Sin dalla sera precedente decine di persone erano giunte al rifugio, che ha trenta posti messi a disposizione gratuitamente dall’associazione, e alle strutture ricettive di Bova, per essere pronti a prendere parte al programma che prevedeva, per le ore nove, la partenza per un’escursione a piedi nelle “terre ancestrali degli africoti”, così le ha definite Bevilacqua che, insieme alla guida del parco, Sabine Ment (una straniera che è rimasta stregata dall’Aspromonte e che da trent’anni si è ormai stabilita in Calabria), ha guidato e narrato la passeggiata. Più di trenta persone, provenienti da diversi luoghi, e perfino una giovane coppia con un bimbo piccolo infilato in uno zaino, hanno preso parte alla camminata. Intanto sono giunte al rifugio molte altre persone (più di cento), per assistere alla successiva riflessione sotto le querce di Carrà per la quale Bevilacqua aveva scelto il tema “Al Sud non ci sono montagne. Dall’abbandono alla rigenerazione delle terre alte”. Hanno portato i saluti istituzionali, il sindaco di Africo Domenico Modafferi, quello di Sant’Agata del Bianco Domenico Stranieri, quello di Roccaforte del Greco Domenico Denna, quello di Roghudi Pierpaolo Zavettieri, la funzionaria dell’ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Sabrina Scalera. Proprio l’Ente Parco ha fatto installare, per l’occasione e per la prima volta dalla sua acquisizione e realizzazione, una grande mostra su pannelli con le foto di Africo di Tino Petrelli ed il testo dell’articolo di Tommaso Besozzi usciti nel 1948 su “L’Europeo” ed ha fatto proiettare un documentario del 1949 dal titolo “S.O.S. Africo” realizzato per la RAI dal regista Elio Ruffo con la voce narrante del compianto corrispondente da Londra della RAI Sandro Paternostro.
La discussione è stata introdotta da Francesco Bevilacqua, da Bella Dicks, sociologa, docente all’Università di Cardif in Gran Bretagna, che sta conducendo una ricerca all’Università della Calabria su alcune comunità della regione circa le cause dello spopolamento dei paesi e le misure di contenimento adottate, da Matteo Marini, economista, già docente alla stessa Unical ed in diverse università americane, autore di studi di politica economica applicata alle culture locali, da Florindo Rubbettino, editore ed amministratore della omonima casa editrice calabrese che molto ha pubblicato con collane dedicate allo specifico tema ma anche in letteratura (fra tutte, di recente, l’opera omnia di Saverio Strati) e come guide storico-naturalistiche ed escursionistiche. Dopo il pranzo offerto da “Insieme per Africo” è seguita la discussione che si è conclusa con l’intervento dello scrittore Gioacchino Criaco.
Dal complesso degli interventi sono emersi diversi elementi di riflessione: lo spopolamento delle aree interne e soprattutto nei piccoli centri montani della Calabria è oggi aggravato dalle teorie economiche che vorrebbero lo “spopolamento programmato” dei paesi e delle campagne a favore delle città, dove i servizi pubblici hanno un costo meno elevato; il fattore della coesione sociale e delle relazioni all’interno delle comunità è essenziale per ottenere risultati duraturi; le potenzialità economiche delle aree interne sono molto più rilevanti di quanto comunemente non si pensi, a patto però che si sappia far emergere capacità imprenditoriali locali e che vengano ben interpretare le vocazioni dei luoghi; il solo turismo non può frenare lo spopolamento se non è accompagnato dall’industria manifatturiera; occorre tenere alta la guardia contro il tentativo di trasformare le aree interne della Calabria in un hub energetico (parchi eolici e solari e centrali a biomasse); è necessaria una rilettura più aderente alla realtà circa le cause delle evacuazioni forzate di tanti paesi montani della Calabria. L’incontro si è concluso con i canti e le musiche di Valentino Santagati.