Un’altra brutta storia di maltrattamenti subiti tra le mura domestiche. Protagonista, suo malgrado, una donna di Catona, nel reggino, che fortunatamente, e dopo l’ennesima violenza, ha trovato però il coraggio di denunciare il tutto permettendo ai carabinieri della stazione locale di attivare il cosiddetto protocollo operativo della “rete di supporto antiviolenza”.
Alla fine sono scattate le manette per il compagno convivente della vittima, un 43enne del posto, per il quale si sono spalancare le porte del carcere di Arghillà.
La vicenda arriva al suo epilogo a metà gennaio scorso: è allora che la donna si è rivolta ai militari denunciando le continue vessazioni di un compagno geloso e ossessivo.
Quel giorno l’ultimo degli eventi, fatti anche di abusi sessuali oltre che di percosse e minacce. La vittima racconta infatti di essere stata aggredita dall’uomo, costringendola a far ricorso alle cure del pronto soccorso dell’Ospedale di Reggio Calabria: pugni e schiaffi che le avrebbero causato ematomi su varie parti del corpo ed alla testa.
I Carabinieri, quindi, applicano a pieno il protocollo predisposto dall’Arma, eseguendo le linee guida in materia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Informano di tutto il Pubblico Ministero che immediatamente assume il coordinamento delle indagini, al termine delle quali, e sulla scorta degli accertamenti svolti, richiede a carico del 43enne – tra l’altro già sottoposto ai domiciliari – un provvedimento cautelare emesso tempestivamente dal Gup del Tribunale del capoluogo, facendo così finire in carcere l’uomo che dovrà ora rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minacce ai danni della compagna convivente.
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