«In caso di chiusura della Limina sulla Jonio-Tirreno, allo stato attuale non vi è alternativa sicura atta a sopperire, neanche temporaneamente, al flusso quotidiano di mezzi tra i due versanti. Le condizioni della strada, che nel corso degli anni è stata interessata solo da piccoli e parziali interventi di manutenzione, sono certamente inadeguate». Ad affermarlo in una nota è il comitato Jonio-Tirreno per la mobilità sostenibile, costituito nei mesi scorsi, preoccupato dopo gli ultimi episodi di caduta di calcestruzzo dalla volta e infiltrazioni di acqua all’interno del traforo.
«E’ improcrastinabile una sua messa in sicurezza non solo per salvaguardare l’incolumità degli utenti, ma anche per abbassare il rischio di gravi incidenti. Il crollo del cemento copri ferro, nel frontespizio esterno della galleria, è il segnale preoccupante della mancanza di manutenzione per decenni, come possiamo osservare quotidianamente anche nelle civili abitazioni con cornicioni e balconi lasciati a sè stessi» insorge il comitato.
Sulla spinta dei sindaci, dei comitati e delle associazioni si è deciso di intervenire anche in maniera strutturale, garantendo tuttavia la circolazione nelle ore diurne ed «accantonando l’ipotesi sciagurata della chiusura totale della galleria per anni, che avrebbe rialzato quel muro di Berlino fatto di strade borboniche di 6 metri di carreggiata. Sembrava pacifico che, nel frattempo, venissero quanto meno studiate e programmate reali e moderne alternative. Invece – tuonano gli attivisti – nulla pare muoversi, tutto si è fermato nell’attesa dei lavori previsti a Primavera. Ci basta una toppa o forse meritiamo una viabilità degna di un paese civile? ».
«La galleria è uno dei problemi della strada Jonio–Tirreno, ma certamente non il solo. Eppure neanche qui si è dato corso ad ipotesi di raddoppio del tunnel o almeno di bypass della galleria come quello avanzato dalla Città Metropolitana, che presentava anche un piano economico tutt’altro che proibitivo».
«La politica tace. E’ a tutt’altre faccende affaccendata. Eppure siamo già in ritardo. Se non si studiano e si programmano per tempo interventi risolutivi, ci troveremo ben presto a dover fronteggiare la prossima emergenza. Che non può che coglierci impreparati, perché nulla abbiamo fatto per evitarla. O forse dobbiamo pensare che si preferisce lavorare così? Di emergenza in emergenza, fino a che l’ostacolo non diventa insormontabile? Il nostro comitato è al fianco dei cittadini, degli operatori economici, dei pendolari e di tutti coloro che cominciano ad essere stufi di questo teatrino dei pupi, in un territorio quotidianamente spogliato anche di quelle poche infrastrutture viarie e delle reti di mobilità stradale e ferroviaria» conclude il comitato.
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