“Vista la situazione di totale incomprensione e menefreghismo da parte della regione sul merito delle nostre istanze chiediamo al ministro Matteo Piantedosi, in occasione della sua visita a Reggio Calabria, di ascoltarci affinché qualcosa possa cambiare”.
E’ quanto afferma Funercalabria in una nota stampa.
“Intorno le ore 10 – prosegue la nota – in occasione del Consiglio Regionale saremo, ancora una volta, sotto palazzo Campanella, con una delegazione di imprese, a ribadire le nostre serie problematiche insorte in seguito al varo della L.r. n. 38, in materia funeraria, senza interlocuzione con il settore, nonostante in premessa della stessa si legga il contrario!”.
“Riteniamo che questa norma regionale sia del tutto incostituzionale e che la causa sia da ravvisarsi anche al momento in cui è stata portata in Consiglio: in piena estate e in un frangente temporale in cui si sono susseguite emergenze sanitarie, belliche, economiche e politiche. Riteniamo, dunque, che sia passata inosservata anche al ministero degli affari regionali”.
La Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto – spiegano – ha speso troppo tempo “promettendoci”, di volta in volta, emendamenti alla stessa sulla scorta delle nostre richieste. Emendamenti che, di fatto, non sono mai arrivati, anzi incredibilmente hanno tentato di modificare ancora la stessa peggiorandola ulteriormente rispetto lo stato attuale con altre restrizioni ingiustificate”.
“Rimaniamo “forse” nell’indifferenza politica più assoluta – proseguono – non capiamo perché il presidente Occhiuto non abbia mai risposto alle numerose richieste presentate al suo staff e alle mail di richiesta di incontro. O la parte sociale che rappresentiamo, evidentemente non conta nulla per lui, come per l’onorevole Caputo, per il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e per tutta la Regione Calabria, oppure non sappiamo più cos’altro pensare”.
“Ne prendiamo purtroppo atto, ma contemporaneamente vogliamo ricordare che nemmeno il consigliere estensore della l.r. 38/23 Giuseppe Neri si è degnato di riceverci o di ascoltare seriamente le nostre problematiche create da questa infausta legge. Però Neri poi trova il tempo per scrivere comunicati stampa dove, non tanto elegantemente, ci offende, senza porsi il problema che evidentemente questa “sedicente federazione”, così ci ha definiti Neri, chiede, democraticamente, aiuto ad una politica oramai miope e sorda”.
“Questa ennesima manifestazione – proseguono ancora – odierna che si terrà con una delegazione, in rappresentanza di una cospicua parte del settore funebre, ha lo scopo di sensibilizzare per l’ennesima volta la politica, i cittadini e le istituzioni affinché si sappia la verità, non vogliamo esser dei fuorilegge ma nemmeno vogliamo essere tartassati da leggi ingiuste che ci impediscono di lavorare con serenità”.
“Non hanno valutato, i politici, l’impatto sulle imprese, i costi, i benefici e, a lungo termine, i monopoli!”.
“Chiediamo, senza stancarci mai, la modifica della l.r. 38/2023 che nasce senza un dibattito con la parte sociale, una legge che fa gli interessi di pochi a discapito delle piccole imprese e poi anche dei cittadini”.
“Vorremmo riavere la possibilità di lavorare in armonia, ci è stato tolto anche il servizio Ncc ambulanza, tema sul quale si è anche pronunciato il Tar del Lazio che ha sbloccato tutte le licenze che erano state fermate da un decreto ministeriale. Difatti il Tar ha motivato affermando che “in via di principio, l’art. 41 Costituzione afferma la piena libertà di iniziativa economica che può essere compressa solo dalla legge dello Stato per rilevanti motivi di utilità sociale, Tar Lazio n. 6068/2024”, ma la Calabria è una Repubblica a parte?”
“Dunque – conclude la nota – chiediamo la restituzione delle aut. Ncc alle imprese, il riconoscimento delle sale del commiato, la modifica dei requisiti sulle case funerarie e aggiungiamo che i centri servizi per essere tali devono disporre in proprio almeno di 4 auto funebri e 4 furgoni perché siamo alla ricerca di professionalità e non di sotterfugi creati ad arte per aggirare la legge regionale”.