«La Forestazione calabrese vive un momento particolare e travagliato: servirebbero armonia e concretezza, non strumentalizzazioni prive di fondamento». L’assessore regionale all’Agricoltura ed alla Forestazione Gianluca Gallo commenta così le dichiarazioni del commissario dimissionario di Calabria Verde in ordine alla vicenda del rinnovo del contratto dei lavoratori forestali calabresi.
«Apprendere solo dalla stampa di censure tanto aspre e per nulla fondate – dice Gallo – è indice della volontà di causare un corto circuito istituzionale che non fa bene alla Calabria, in una fase così delicata, né men che meno alla Forestazione ed ai lavoratori forestali calabresi. Ne prendo atto con rammarico». Prosegue l’assessore: «A riprova dell’inconsistenza delle accuse improvvisamente mosse, sta anzitutto un dato formale: ci si contesta di aver dato corso a manovre elettorali in riferimento ad incontri e fatti risalenti al 14 Ottobre. Chi lo afferma, con dubbio gusto, dimentica che quel giorno il compianto presidente Santelli era tra noi e dunque non v’era alcunché che potesse anche solo lontanamente lasciar presagire il ricorso ad elezioni anticipate».
Aggiunge Gallo: «Nel merito, tuttavia, è da osservare ancora come la presunta volontà di assumere lavoratori precari, indicata quale manovra elettorale, altro non è che l’esame di una richiesta pervenuta dalle organizzazioni sindacali, consistente nella stabilizzazione di alcuni dei lavoratori in questione attingendo ai fondi a disposizione, dunque senza maggiori spese per la Regione. E vale la pena altresì sottolineare, visto che della cosa non v’è traccia tra gli stralci dei dialoghi offerti alla pubblica opinione in maniera artata e decontestualizzata, che la proposta richiamata non è sin qui stata neppure condivisa dalla Regione, che anzi attraverso i propri uffici ha richiesto approfondimenti e più attente valutazioni».
Conclude l’assessore: «Ciò che resta è un dato inoppugnabile: ancor prima che il Governo Conte decurtasse di circa 40 milioni i trasferimenti per la forestazione calabrese, la preintesa del Dicembre 2019 sul nuovo contratto risultava essere comunque priva di copertura finanziaria, come noi oggi osserviamo. Del resto, chi oggi addossa responsabilità ad altri ha avuto quasi un anno per rendere operativo quell’accordo. E se non l’ha fatto, è stato per un semplice motivo: i soldi necessari non c’erano. Non ci sono mai stati. Strumentalizzare e fingere di dimenticare questa verità non aiuterà a risolvere il problema. Occorrono invece senso di responsabilità e serietà. E, mai come ora, rispetto delle istituzioni e della Calabria».