Due terzi dei finanziamenti risultati irregolari ed erogazioni per oltre un milione di euro che sono state revocate. Questo l’esito dell’operazione chiamata in codice “Gioventù rurale” con cui i finanzieri del Nucleo Pef di Reggio Calabria hanno passato al setaccio i fondi cofinanziati dall’Unione Europea nell’ambito della Pac, la Politica Agricola Comune, per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nella regione, così da verificarne un utilizzo corretto.

Operazione che si colloca in un contesto ancor più rilevante in considerazione delle cospicue risorse erogate, o comunque in procinto di essere erogate, per la realizzazione di progettualità afferenti al Pnrr e, conseguentemente, della necessità di monitorare le iniziative connesse per intercettare tempestivamente eventuali utilizzi illeciti degli stessi.

In particolare, i fondi concessi nell’ambito del “Programma di Sviluppo Rurale Calabria” con la denominazione “Pacchetto Giovani”, avrebbero dovuto agevolare l’inserimento proprio dei giovani nel settore e migliorare la qualità delle aziende agricole regionali, contribuendo al loro ammodernamento.

Per accedere al beneficio era necessario possedere alcuni requisiti come, ad esempio, aver conseguito la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) o quella di Coltivatore Diretto (CD) presso l’Ente regionale o territoriale competente al rilascio.

Era necessario, inoltre, rispettare alcune condizioni, tra le quali la conduzione dell’azienda per almeno cinque anni successivi al ricevimento del finanziamento.

Le attività svolte dalle fiamme gialle – attraverso l’acquisizione di documentazionel’incrocio con le risultanze delle banche dati, il compimento di sopralluoghi mirati – ha però messo in luce numerose irregolarità.

Difatti, il controllo si è focalizzato sui contributi erogati a vantaggio dei beneficiari che si erano avvalsi della possibilità di conseguire le qualifiche di imprenditore agricolo o di coltivatore diretto “sotto condizione”, o impegnandosi ad acquisire definitivamente questi requisiti entro due anni dalla richiesta all’ente competente.

I Finanzieri hanno però scoperto che molte delle certificazioni di Iap presentate in via provvisoria non sarebbero mai divenute “definitive”, cosi come alcuni dei percettori abbiano cessato la partita Iva prima dei 5 anni previsti dalla liquidazione del finanziamento pubblico.

Complessivamente, su venti soggetti ispezionati nella provincia di Reggio Calabria ben tredici sono risultati non in regola e i relativi contributi segnalati all’Ente regionale per il recupero di competenza, che ammontano a un totale di poco più di un milione di euro su un importo complessivamente controllato di quasi un milione e seicento mila di euro.

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