Quest’anno la festa della Madonna della Montagna, che ogni anno si celebra il 2 settembre nell’antico santuario di Polsi, è stata caratterizzata da un mix di grande devozione e significative restrizioni. Nonostante l’impegno dei fedeli che affrontano ogni tipo di sacrificio per onorare la Beata Vergine, le limitazioni imposte hanno avuto un impatto notevole sull’esperienza della festività.

Le restrizioni sono state particolarmente evidenti nello smantellamento dell’area mercatale e nella chiusura dei punti di ristoro, che hanno sorpreso e deluso i pellegrini giunti a Polsi, molti dei quali avevano percorso a piedi o in macchina la lunga strada verso il santuario. Al loro arrivo, hanno trovato tutto chiuso, un’ulteriore difficoltà accentuata dal fatto che l’unica strada percorribile per motivi di sicurezza è stata chiusa a pochi chilometri dal Santuario. Pertanto, i pellegrini hanno dovuto completare l’ultimo tratto di 4 chilometri a piedi o con navette, il numero delle quali è stato insufficiente a soddisfare l’afflusso di persone.

Nonostante le difficoltà, è importante riconoscere che le forze dell’ordine hanno agito in base a necessità di sicurezza e protezione, e non si intende avanzare commenti su tali decisioni. La speranza è che, nel rispetto delle norme, Polsi possa tornare a offrire anche i tradizionali tamburi, organetti, souvenir e piatti tipici che arricchiscono l’esperienza della festa.

Nonostante le restrizioni, la festa ha vissuto momenti di grande significato e bellezza. La celebrazione ha visto l’emozionante deposizione delle corone d’oro sul capo di Maria e del Bambino Gesù, a cura del vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, Giuseppe Alberti, durante la notte della grande veglia. Inoltre, la processione solenne della statua lignea, portata dalla confraternita di Bagnara e guidata dal vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, ha rappresentato uno dei momenti più attesi e celebrati dell’evento.