Ufficiali giudiziari e Guardia di Finanza di Catanzaro hanno sequestrato circa 17,5 milioni di euro, disposto dalla Corte dei Conti, nei confronti della casa di cura Villa Sant’Anna. Lo scorso 17 gennaio ero stato eseguito un sequestro conservativo di 20.851.599,23 euro, disposto dalla Corte dei Conti nei confronti della clinica e del suo amministratore, ed in quella sede era stata fissata al 14 febbraio l’udienza di comparizione delle parti per la conferma, modifica o revoca della misura cautelare. A seguito dell’udienza, la Corte dei Conti ha confermato il sequestro conservativo, relativamente a tutti i beni immobili e alle partecipazioni societarie, nonché a 4 rapporti finanziari e ha disposto l’estensione della misura cautelare alla somma di 17.547.514,50 euro, costituente il credito vantato da Villa Sant’Anna nei confronti dell’ASP di Catanzaro per prestazioni rese in regime di convenzione nell’anno 2020.

La vicenda – è scritto in una nota delle fiamme gialle – è nata dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria che hanno consentito di disvelare doppi pagamenti che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro aveva effettuato nei confronti della casa di cura come corrispettivo delle medesime prestazioni, con conseguente danno erariale ascrivibile al management della clinica privata accreditata con il servizio sanitario nazionale, nonché ai vertici pro tempore dell’Azienda Sanitaria.

In particolare, le indagini avevano fatto emergere la stipula di un contratto di cessione tra Villa Sant’Anna e la società Opera Spv Srl, avente ad oggetto il credito scaturente da alcune fatture emesse dalla casa di cura nei confronti dell’ASP di Catanzaro. Dopo la cessione, Opera aveva eseguito un’operazione di cartolarizzazione del credito acquistato facendosi assegnare, in assenza di adeguata difesa da parte dell’ASP, diversi milioni di euro nell’ambito di nove procedure esecutive azionate innanzi ai Tribunali di Modena e di Roma. Il procedimento contabile conseguentemente instaurato ha determinato lo scorso 29 novembre la condanna in primo grado di sei persone a risarcire un danno erariale pari a oltre 20 milioni di euro, comprensivo della rivalutazione monetaria e degli interessi legali, per aver sottoposto l’ASP di Catanzaro ad azioni esecutive tese al riconoscimento di crediti già soddisfatti.

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