Solo il 54% dei Comuni calabresi è dotato di un piano di emergenza comunale regolarmente presentato alla Protezione civile nazionale. Stiamo parlando di uno strumento essenziale in caso di terremoti, alluvioni e frane, tutti fenomeni non rari nella nostra terra.
Eppure dal 2002 sono stati distribuiti proprio dei fondi a favore di questo genere di emergenze, soldi che dovevano servire a fronteggiare, introdurre e così tutelare vite umane, ma questo piano comunale della protezione civile sono ancora in molti a non averlo e soprattutto in troppi a non capirne l’utilità, e cioè avere un posto dove andarsi a proteggere in caso di calamità naturali.
Una situazione quanto mai bizzarra e se vogliamo imbarazzante, perché la Calabria è quella splendida terra dove il rischio sismico è altissimo, per non parlare dei rischi idrogeologici che invadono il nostro territorio e se pensiamo ai due fenomeni insieme è davvero un caos totale.
La cosa triste è che in Calabria tra quelli che hanno aggiornato il piano della protezione civile, spesso risulta che l’abbiano fatto solo in senso formale, attraverso una lettera, morta, che non viene diffusa da nessuna parte, altri addirittura che hanno il piano e l’hanno “aggiornato” spesso altro non sono che dei copia e incolla.
Quello che emerge è che in Calabria la prevenzione sembra davvero poco praticata, se per incompetenza o superficialità o entrambe le cose insieme non si sa. Quel che è certo è che ormai sempre più spesso quando arriva la sfortuna di qualche situazione di pericolo le cose precipitano e nessuno sa come risollevare la situazione, i cittadini contano solo sulle loro braccia e si dovrebbe pensare di più a questo genere di cose prima che succedano e non come sempre a tragedia fatta.
Carlotta Tomaselli
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