Originariamente erano stati previsti quattro milioni di euro per completare il tratto di strada che collega i territori di Siderno e di Locri, le due città più grandi della locride. Un progetto finanziato e realizzato dalla Provincia con fondi Pru, i programmi di recupero urbano per la cui realizzazione ci sono voluti anni e anni. Il  progetto prevedeva, lo ricordiamo, quattro chilometri di rettilineo e una bretella, all’altezza di contrada Licino, di collegamento con la strada statale 106. Infatti, l’arteria stradale che da via Cusmano a Locri, con un prolungamento, si collega attraverso un ponte sulla fiumara Novito, alla via Pellegrina di Siderno, fece emergere un interessamento della Squadra Mobile e del Commissariato di Siderno che depositarono un fascicolo presso la Dda di Reggio Calabria di cui, ad oggi, non si è avuta risposta. Vennero anche pubblicate sui giornali tutta una serie d’intercettazioni ambientali tra alcune persone a vario titolo interessate alla vicenda.  Una strada che da progetto risultava molto ampia, utilissima per gli spostamenti tra un paese e l’altro e che si sperava potesse essere terminata per congiungerla alla 106. E’ dal 2008 che si continua a discutere tanto su questo argomento. A Locri la questione venne in passato più volte portata in consiglio comunale, fino ad arrivare  ad una formale denuncia sporta alla Stazione dei carabinieri di Locri, dall’ex consigliere comunale, Pino Mammoliti. In quell’anno, come ricordano tutti, i  lavori vennero bloccati perché l’amministrazione comunale, guidata all’epoca dal sindaco Francesco Macrì, con delibera di consiglio comunale numero 35, avente ad oggetto “variante al Pru, programmi di recupero urbano, zona palazzetto dello sport”, approvò la variante all’arteria che collegava il rettilineo alla strada statale 106 che da dritta, divenne  quindi ad U, con la motivazione che la stessa fosse necessaria perché il collegamento tra la struttura sportiva e la città fosse di difficile praticabilità, inviando il tutto per la valutazione e gli adempimenti di competenza per la realizzazione del tratto oggetto della variazione, all’amministrazione provinciale. Da qui, scaturì uno scambio di corrispondenza tra i due enti, il comune e la provincia, per cercare di arrivare ad una conclusione che facesse proseguire e ultimare i lavori dell’arteria stradale. La strada venne successivamente aperta nell’estate del 2010 ma la bretella in oggetto rimase incompleta. Esiste al momento una stradina che risulta asfaltata ma con la carreggiata molto stretta, non  percorribile in ambo le direzioni di marcia. Come dicevamo, della vicenda si interessò l’allora consigliere comunale del Pd Pino Mammoliti che presentò una denuncia alla Stazione dei carabinieri di Locri ma ad oggi, si badi bene, non c’è stata nessuna risposta da parte delle istituzioni interessate. Perché, ci domandiamo, la parte del rettilineo che avrebbe dovuto congiungersi con la strada statale 106 non è stata mai realizzata? Perché Pino Mammoliti all’epoca dichiarò che l’amministrazione provinciale e il sindaco Francesco Macrì agirono su sollecitazione dei privati? A quanto sembra l’approvazione di una variante al progetto, prospettata nell’assise comunale del 4 agosto del 2008, venne approvata con il voto favorevole di dieci consiglieri, ma successivamente bloccata. “Proprio perché non avevano soddisfatto le pretese in virtù della stessa variante – spiegava a suo tempo Mammoliti – il responsabile unico del procedimento ordinò, in data 20 ottobre 2008, la ripresa dei lavori così come originariamente previsti”. Aggiungeva che, nel novembre 2008, la Fondazione Zappia, convocò un consiglio di amministrazione per deliberare la cessione gratuita di alcuni terreni nella zona, per agevolare la proposta di variante. “In consiglio comunale la maggioranza arrivò  per deliberare questa variante, ma in modo monco senza delibera della stessa Fondazione, la quale giunse dopo che il responsabile unico del procedimento ordinò la ripresa dei lavori, i quali procedettero , a quanto pare, nella totale indifferenza da parte dell’amministrazione comunale e di quella provinciale, andando a rilento fino al novembre del 2009”. Proprio a seguito di una corrispondenza avvenuta tra il sindaco e la provincia di Reggio Calabria, quest’ultima invitò i soggetti interessati a ripartire con i lavori, considerando valida la variante voluta da sindaco e maggioranza. Per Pino Mammoliti la situazione a suo tempo venne bloccata per la pressione esercitata dalle forze politiche di minoranza che scaturirono in una serie di azioni. Successivamente, sempre secondo Mammoliti, la maggioranza sfruttò il silenzio dell’opposizione scaturito dal fatto che le stesse credevano di aver finalmente ottenuto il risultato richiesto, salvo poi andare avanti nei loro intenti come se nulla fosse. Fu a  quel punto che Pino Mammoliti andò a sporgere  denuncia contro ignoti, chiedendo anche un intervento immediato della magistratura con il relativo sequestro delle carte. Ad oggi, e siamo nel 2016, amaramente possiamo dire che la strada di collegamento dal raccordo Locri – Siderno verso la strada statale 106, sulla quale la ‘traversa’ doveva essere realizzata, non è mai stata completata fino all’imbocco. Le motivazioni per cui questa strada non è stata  mai realizzata secondo il tracciato originario non sono certo da ricondurre a ragioni di ordine urbanistico. Lo dichiarò al tempo anche Vincenzo Romeo, capogruppo di Locri Positiva, il quale sottolineò come l’amministrazione espresse  la volontà di procedere alla realizzazione di questa variante, senza curarsi di una delibera del consiglio comunale che nel mese di ottobre 2009 aveva votato all’unanimità la messa in sicurezza degli accessi alla città di Locri lato nord e sud, anche attraverso la costruzione di una rotonda all’altezza dell’imbocco della strada di collegamento PRU Locri – Siderno con la SS 106. Per questo motivo, all’epoca dei fatti, Romeo chiese al presidente del consiglio comunale, Vincenzo Carabetta, una convocazione urgente per discutere ed eventualmente deliberare definitivamente sulla materia, per mettere fine a questa tormentata vicenda e soprattutto per evitare che venisse realizzata un’opera assolutamente incoerente dal punto di vista urbanistico, poco funzionale e soprattutto non motivata dal rispetto del ‘bene comune’, bensì di quello privato”. Romeo sottolineò la gravità dell’accaduto nonché una grave mancanza di trasparenza sulle procedure che l’amministrazione intese adottare. Allora non ci rimane altro che concludere questo nostro editoriale ripetendo la domanda iniziale a chi di dovere: perché ad oggi la parte del rettilineo che avrebbe dovuto congiungersi con la strada statale 106 non è stata mai realizzata? E’ vero quanto dichiarato da Pino Mammoliti all’epoca dei fatti ossia che l’amministrazione provinciale e il sindaco Francesco Macrì agirono su sollecitazione dei privati? Credo che oggi, a distanza di anni, sia giusto che tutti i cittadini di Locri e Siderno debbano essere informati su come sono andate effettivamente le cose perché, è bene rimarcarlo, ad essere penalizzati (visto l’enorme spreco di soldi pubblici) sono proprio loro. Gli stessi hanno accettato sino ad ora le decisioni calate dall’alto senza che nessun magistrato abbia avvertito il benché minimo desiderio di  andare a fare luce sulla vicenda o studiarsi le carte e/o per verificare se le stesse siano in regola oppure no. Speriamo che un giorno (non tanto lontano)  si decidano a farlo !

Antonio Tassone

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