Oggi vi raccontiamo la storia di un caro amico Joseph Oppedisano, canadese di nascita e sidernese d’adozione, come ama definirsi lui stesso: “logista umanitario per caso”. Joe, come viene chiamato dagli amici, attualmente impegnato in missione a Maiduguri in Nigeria, ha sempre lavorato nella sua vita, non per portare il pane a tavola bensì per mantenere i suoi vizi. Dal suo primo motorino a 15 anni ai tanti viaggi nel mondo attirato da culture, usi e costumi diversi. Nel 1993 ha lasciato un buon lavoro a Treviso per provare qualcosa di nuovo e dare una scossa alla sua vita così ha sposato la causa di una piccola Organizzazione di Montebelluna che dava supporto ad una missione cattolica in Kenya e si è offerto come volontario. E’ stata la classica scommessa che ai suoi tempi ha fatto un qualsiasi emigrante degli anni “40” che cercava una vita migliore, d’altro canto agli inizi degli anni “90“data la situazione dell’Italia Joe era in realtà in cerca di nuovi stimoli! Alla fine dei suoi primi 3 mesi rimase estasiato dalla nuova avventura e probabilmente già malato d’Africa, ritornò in Italia per organizzarsi meglio e per impacchettare nel suo zaino Invicta 20 kg di cose che gli sarebbero serviti nella sua seconda vita in Africa e ripartì. Aveva deciso di “emigrare” definitivamente! Il secondo periodo di volontariato ha rinforzato se possibile, la sua volontà di rimanerci cosi’ ha concluso un altro periodo breve nella missione. Il volontario e’ stato ed è un lavoro nobile e utile ma senza un’entrata non gli permetteva di stabilizzarsi in Africa e fu costretto a cercare un lavoro per mantenersi. Nel frattempo ricevette un’offerta da italiani che investivano in Kenya e durante i seguenti 5 anni ha lavorato a Nairobi, la Capitale, e fatto tante cose per vivere. Nel frattempo Joe ha messo su famiglia e oggi ha 2 figli che sono la ragione stessa della sua vita. Ha cominciato a collaborare con le Organizzazioni umanitarie proprio mentre nasceva Francesco Oppedisano, nel 1999, grazie ad un’amica italiana che credette in lui e lo lanciò come “Logista Umanitario”. Da allora Joe ha lavorato per Il CISP (Comitato Internazionale Sviluppo Popoli) in Somalia fino al 2000, per Intersos come Logista per lo sminamento in Kosovo, Afganistan e Angola fino al 2004, Per ACF (Action Contre la Faim) di nuovo in Somalia fino al 2005, per OXFAM (Oxford Famine) in Sud Sudan fino all 2006 e per Save the Children fino ai giorni nostri dopo aver lavorato in Etiopia, Libia, Tunisia, Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Sud Africa, Mozambico, Angola, Zimbabwe, Peru’, Haiti, Libano, Irak, Giordania, Pakistan, Fiji etc etc. Tra un lavoro e l’altro, dopo l’emergenza terremoto del Perù nel 2007, è nato Biko Oppedisano, e Joe , confessandosi con noi di ecodellalocride, si è sempre ritenuto fortunato di aver assistito ad entrambi i parti. Adesso Joe si trova in Nigeria, dove c’e’ un enorme emergenza umanitaria nella regione del Borno e migliaia di bambini rischiano la denutrizione. Save the Children, la sua Organizzazione supporta tanti progetti grazie al lavoro di 150 colleghi nella regione che al suo pari danno il meglio di loro per ridurre l’impatto terribile della mancanza di piogge e di raccolti inesistenti. “Il mio lavoro mi soddisfa e mi riempie d’orgoglio – ci dichiara Joe Oppedisano- ma non nego che e’ duro e col passare degli anni si fa più duro, sono sempre con il sacco in spalla, una dieta non certo sana (quanto mi manca la mamma), lunghe ore di lavoro e letti non sempre comodi per riposare e recuperare freschezza ma di sicuro dormo sonni felici grazie alla mia piccola contribuzione a migliorare la vita delle persone tra le piu’ sfortunate nel mondo”. “Spero che queste mie parole ispirino i giovani calabresi consapevoli della disoccupazione e dell’immobilita’ che abbiamo al sud: “abbiate forza e coraggio, pianificate, viaggiate, osservate ed imparate, il mondo e’ pieno d’opportunita’ma ricordate che non c’e’ niente di piu’ bello, rassicurante e sicuro di casa , io ci torno ogni anno. Ci vediamo ad Agosto.
Antonio Tassone
Nella foto sotto Joe Oppedisano nel suo ufficio di Tripoli in Libia.